(To React Records, 2014)
1. Spellbound
2. Changes
3. It Will Never Fade
4. We Stand
5. Red
6. Petal In The Green
7. Leaving Back
8. X 2.0.1
9. Locust And Clouds
Nell’epoca attuale in cui il metalcore è in saturazione d’immagine e qualità, possiamo ritenerci fortunati se almeno in Italia escono ancora album degni di nota. E’ il caso dei fiorentini Noiseful Silence, in uscita con l’album Shades Of Red sotto To React Records, etichetta indipendente nata nel 2011, sorella dell’Indelirium Records (etichetta punk-hardcore attiva dal 2003 che ha lanciato Jet Market, The Orange Man Theory e Multiball e che presenta nel suo roster attuale band del calibro di Straight Opposition, One Trax Minds, Coffeeshower e Whales’Island).
I Noiseful Silence non sfigurano, propongono un genere classico e ben suonato, con parti di synth e basi elettroniche non stucchevoli ad accompagnare diversi brani, assieme ad azzeccate voci melodiche che si incrociano con un growl capace di non risultare anonimo. Si percepisce, nella struttura dei componimenti, che dietro a questo album c’è stato molto lavoro e niente risulta noioso od inascoltabile. Una cosa che si può notare facilmente è la qualità e la chiarezza del suono: non per niente, dietro la masterizzazione di Shades Of Red c’è il noto Troy Glessner dello Spectre Studios di Seattle (Underoath, August Burns Red) e la produzione è stata affidata alla DysFunction Productions (Mnemic, Dualized), caratterizzata da una matrice a stelle e striscie.
Non sempre giocarsi la carta di produrre il disco in America porta a soluzioni azzeccate. In questo caso però la scelta è stata giusta e canzoni come “Changes” ne sono la prova: riff taglienti, breakdown, interventi di synth ricercati e un editing perfetto di batteria fanno pensare che la band abbia le idee chiare. In canzoni come “We Stand”, la traccia iniziale “Spellbound” e “Leaving Back” sono presenti groove che ricordano vagamente i tempi in cui il metal faceva saltare e pogare intere nazioni (vedi Machine Head). “Petal In The Green” è invece una ballad cantata interamente con voce melodica che, posta com’è a metà della tracklist, dà uno stacco alla cadenza dei brani più violenti.
Il limite di molte band, italiane, e non, è purtroppo quello di somigliarsi troppo tra loro e di non cercare e creare niente di nuovo. I Noiseful Silence sono sulla buona strada per ritagliarsi un proprio spazio, anche se ancora c’è da lavorare sulla personalità e l’originalità. Complimenti comunque a questi ragazzi toscani, che sicuramente non sfigurano nell’affollata scena metalcore italiana.
6.5