(Epitaph Records, 2014)
1. Gravedigger
2. Naysayer
3. Broken Cross
4. The Devil Is Near
5. Dead Man Talking
6. Red Hypergiant
7. C.A.N.C.E.R.
8. Colony Collapse
9. Castles In The Air
10. The Youth is Wasted on the Young
11. The Distant Blue
Cari fans degli Architets, preparatevi! Daybreaker, Here And Now e Hollow Crown sono state quisquilie a confronto. Gli “Architetti” raggiungono il traguardo del sesto album, lasciando Century Media ed elaborando un disco di tutto rispetto nel quale si trova una maturità musicale non comune. Questa creatura si chiama Lost Forever//Lost Together ed è uscita per Epitaph Records. Nei riff composti in questa occasione dai fratelli Tom e Dan Searle si avverte qualcosa di speciale, qualcosa di molto raffinato nella stesura dei brani, si distinguono alcune parti molto ricercate capaci di creare un sound più cattivo e più tecnico rispetto al passato, pur mantenendo le stesse sonorità facilmente associabili al quartetto britannico. Rimane invece sempre un po’ di scetticismo per quanto riguarda le linee vocali di Sam Carter, interprete di tutto rispetto ma dotato di uno scream troppo omogeneo e identico in tutte le canzoni dai tempi di Ruin in poi.
L’opening track “Gravedigger” parte con inquietanti accordi di chitarra ma ben presto si distingue il classico marchio del gruppo, un metalcore aggressivo che pervade tutto il resto dell’album. I singoli “Gravedigger” e “Naysayer,” o altri brani come “C.A.N.C.E.R.”, sono tutti ben distinti tra loro anche se, come detto in precedenza, l’omogeneità deriva dalla mancanza di parti melodiche più varie e dallo stesso timbro di voce usato da Carter per tutti i quaranta minuti di ascolto. “Broken Cross” potrebbe essere la perfetta continuazione di “Alpha Omega”, mentre “The Devil is Near” e “The Youth is Wasted on the Young” sono brani con melodie potenti e accattivanti, da ascoltare a tutto volume, che sicuramente potrebbero aprire un gran bel pogo in un millisecondo. I testi sono (ovviamente) pieni di odio verso la specie umana infame ed il modo in cui si comporta nei confronti del pianeta Terra: un esempio eclatante è “The Distant Blue”, che recita “Niente è stato costruito per durare”, ma anche la frase presa dall’astronomo Carl Sagan in “Red Hypergiant”, che parla della Terra in guerra con sé stessa.
Concludendo, Fredrik Nordström e Heinrik UDD (produttori tra gli altri di Bring Me The Horizon, Soilwork e At The Gates) hanno fatto un lavoro fantastico e probabilmente hanno concepito l’opus magnum degli Architets., un disco che certamente non potrà passare inosservato almeno tra gli amanti del genere.
7.0