(Comatose Music, 2014)
1. Noncelestical Orisons Cataclised in the Passage of Ninib
2. Supreme Wisdom of Blasphemy in the Reign of Ungodly Creation
3. Mystic Transformation in Encrypted Scrolls of a Grievous Sermon
4. Aberrant Ablution by Filthy Excrements of a Grotesque Crassamentum
5. Psalm Carnage in the Ghoulish Chapel of Gehenna
6. Ghoulish Requiem for a Macabre Daemonarch
7. Prophetic Despise Under the Pendulum of a Sacrilegious Throne
8. Devilish Domain Vortex in the Gloom of Wicked Ziggurat
9. Veracity in Relics
I turchi Decimation hanno le idee ben chiare per quanto riguarda la propria proposta, ovvero un death metal senza fronzoli, crudo, brutale, comprendente elementi facilmente riconducibili alla scuola americana. L’ultimo disco pubblicato, dal titolo Reign of Ungodly Creation, si propone come via di mezzo tra quanto creato in passato ed alcune innovazioni, non tanto intese come cambiamento di stile bensì dettate dalla voglia di palesare una maggior personalità .
“Noncelestical Orisons Cataclised in the Passage of Ninib” è il tipico brano 100% death metal, colpisce diretto al cuore dell’ascoltatore grazie ad un sound nitido, un drumming incalzante e una sapiente alternanza tra mid ed up-tempo. “Mystic Transformation in Encrypted Scrolls of a Grievous Sermon” si affida invece ad un’apertura semi-epica per poi virare verso lidi più estremi, scatenando un’aggressione diretta al limite del brutal-death risultando un mix tra i primi Deicide ed i Suffocation. “Psalm Carnage in the Ghoulish Chapel of Gehenna” è un brano old-school dall’andamento cadenzato, sorretto dai classici ed intramontabili mid-tempos, pur ricorrendo ad alcune incursioni in territorio death’n’roll come i maestri Entombed hanno insegnato in tanti anni di onorata carriera; a seguire arriva “Ghoulish Requiem for a Macabre Daemonarch”, che riprende le sonorità della terza traccia tornando su ritmiche serrate e batteria incalzante. Una menzione particolare va riservata a “Devilish Domain Vortex in the Gloom of Wicked Ziggurat”, brano azzeccatissimo che condensa in sé tutte le caratteristiche del death metal, tra ritmiche adrenaliniche e martellanti, chitarre rapide che sciorinano riff vorticosi ed un growling profondo ed incisivo, una sorta di “Dechristianize 2.0”, viste le svariate similitudini con il famoso brano dei Vital Remains, un manifesto di massiccia forza bruta e furia iconoclasta. La chiusura viene affidata a “Veracity in Relics”, un brano semplice ed efficace che riporta alla mente Souls to Deny dei Suffocation. Nei suoi trentasette minuti di durata Reign of Ungodly Creation riesce a dar vita e rendere tangibile una dimensione demoniaca e caotica traducendone i suoi eccessi, la sua oscurità e la sua ferocia in un granitico death metal legato indubbiamente agli stilemi americani ma rivisitato in chiave locale dal quartetto di Ankara.
In quindici anni di attività i Decimation sono riusciti a crescere ed affermarsi all’interno di un Paese non certo affine al metal estremo e questo Reign of Ungodly Creation si pone a riconferma delle loro ottime qualità: è un disco completo e ben confezionato, che pur non distaccandosi troppi dai classici del genere riesce a deliziare e appagare l’ascoltatore.
7.0