(Indie Recordings, 2014)
1. Norrønaprogen
2. Den Siste Landskap
3. Norskdom
4. Norrøna: Ljodet Som Ljoma
5. Songen: Vargen
I Solefald, eclettico act norvegese che unisce folk, black metal e progressive, tornano in pista dopo quattro anni dall’ultimo lavoro. Come è ormai noto da tempo, la band ha in preparazione un massiccio full length, dal titolo Kosmopolis Sud, la cui uscita è prevista per fine gennaio del 2015. Il gruppo ha però deciso di stuzzicare l’appetito dei fan con un EP, intitolato Kosmopolis Nord,oggetto di questa nostra recensione.
Per quanto sia considerato un EP, il minutaggio è sostanzioso. Il disco è stato diviso in due parti: la prima metà contiene due brani inediti, mentre la seconda presenta tre rivisitazioni del primo pezzo, ad opera degli stessi Solefald in collaborazione con gli Sturmgeist and the fall of Rome, il progetto industrial di Cornelius. Soffermiamoci per un attimo sui due inediti. La opener, “Norrønaprogen”, è una composizione di dieci minuti che mescola progressive rock, folk ed inserti di elettronica. Il pezzo non scade mai nella monotonia, e risulta piacevole per tutta la sua durata: ogni singolo passaggio di questa suite ha un grande potenziale, e i Solefald hanno infatti deciso di riprendere le singole parti e di remixarle in chiave noise/industrial nei tre pezzi finali. La seconda traccia, “Den Siste Landskap”, è stata ispirata da un viaggio di Cornelius in Islanda. La componente elettronica qui la fa da padrone, ma il pezzo non perde neppure un grammo dell’epicità tipica del gruppo.
“Norskdom” altro non è che una sorta di mini-reprise della suite iniziale che, una volta concluso, ci trasporta a “Norrøna: Ljodet Som Ljoma”, proseguimento/rielaborazione della prima strofa della suite in chiave noise. Possiamo dire con tranquillità che si tratta del brano più cupo, oscuro e cadenzato del platter. “Songen: Vargen”, invece, riprende e prosegue in maniera ideale la parte centrale dell’opener, inserendo ulteriori elementi tipici del folk e una spruzzata di noise. Il trittico finale risulta stranamente ipnotico, tanto che potrebbe capitarvi con facilità di perdere il senso del tempo durante l’ascolto.
Kosmopolis Nord sta ai Solefald come Origin sta ai Borknagar. Si tratta di un esperimento, di un’opera che si stacca dagli stilemi del passato per offrire qualcosa di decisamente peculiare. Sicuramente l’EP causerà reazioni opposte da parte dei fan, ma bisogna riconoscere ai Solefald un coraggio ed un integrità artistica veramente fuori dal comune. Kosmopolis Nord è stato un fantastico antipasto, ma adesso attendiamo con ansia la portata principale.
7.5