(Century Media Records, 2015)
1. The Divine Right of Kings
2. Narcissistic Apathy
3. Endless Despondency
4. The Heirs to Mankind’s Atrocities
5. I, Despoiler
6. Penance
7. A Nightmare Incarnate
8. Extinction Event
9. Amongst Vermin
10. Rotted Eden
Gli Ingested sono una band inglese formatasi nel 2004, giunta però al nome attuale e alla formazione definitiva nel 2006. In principio i ragazzi di Manchester si dedicavano ad un brutal death metal di stampo “slam” e in questo senso il primo disco Surpassing the Boundaries of Human Suffering era una produzione decisamente riuscita. Poi hanno deciso di accorpare nel proprio sound svariati elementi deathcore, ma allo status attuale gli Ingested rimangono comunque sempre ben inquadrati nel campo del brutal death.
L’anno nuovo ha da poco mosso i primi passi ed i Nostri hanno prontamente rilasciato The Architect of Extinction, un album che dovrebbe avere tutte le carte in regola per sollazzare gli amanti delle sonorità estreme. Dopo esserci rifatti gli occhi con un artwork decisamente degno di nota, giunge il momento di premere il tasto play e gettarsi nell’ascolto dell’opera: “The Divine Right of Kings” si presenta come il classico brano slamming brutal-death con un inizio pesante e pachidermico, seguito da un immediato cambio di registro, grazie a riff rapidissimi e batteria martellante sparata a velocità folli. L’aggressione sonora continua indefessa sino a “Endless Despondency”, il tipico brano in stile Devourment e Gorevent tutto muscoli ed immediatezza, reso più accattivante da alcuni mid tempos che interrompono la furia vorticosa con maestria. Si arriva poi all’evocativa “Penance”, brano pacato e melodico in netto contrasto con il resto del platter, costruito interamente su un guitarworking semplice ma efficace. Ripreso fiato si riparte alla carica tra blast beats e riff monolitici con passaggi grondanti groove ed ignoranza (“Extinction Event”); troviamo invece pattern tipicamente brutal-death americano in “Amongst Vermin”, brano in cui si sente chiaramente il trademark dei primi Deeds Of Flesh, massimizzato da un breakdown tritaossa posto a metà del minutaggio, uno dei tanti imbastardimenti di natura deathcore presenti nel disco.
Mai eccelsi ma nemmeno banali, gli Ingested si collocano alla perfezione nel gradino intermedio di un’ipotetica scala di gradimento del metal estremo. La band tiene sempre le radici ben piantate nel brutal-death metal americano senza però farsi alcun problema a sconfinare in territori deathcore, aprendo di fatto i proprio orizzonti ad un pubblico più ampio. The Architect of Extinction è un album massiccio ed incazzato, consigliato certamente a chi apprezza queste sonorità, meno adatto a chi ama il death metal nella sua forma più pura.
7.0