(2015, Argonauta Records)
1. Mountains
2. Secret Place
3. Spacewalk
4. Bare Knuckle
5. Born To Suffer
6. Lies Of Mind
7. Try To Save The Appearances
8. NGC 2244
In Italia lo stoner è stato cruciale nella crescita musicale di moltissimi che sono stati ragazzi nei 90’s. Kyuss, Monster Magnet e soci erano semidivinità che venivano idolatrate ed ascoltate con devozione. Dopo di loro nel sottobosco mondiale si sono formate miriadi di band che hanno preso i loro suoni e li hanno più o meno elegantemente copiati. Pur sentendo in maniera evidente i riferimenti ai mostri sacri prima elencati, i Kayleth (in giro da oramai un decennio) emergono con il loro Space Muffin dalla marea di gruppi clone.
Il riffing dell’iniziale “Mountains” è puro stoner teso e saturo, la voce, caratterizzata da registri alti e ruvidi, si trova perfettamente a suo agio con il tappeto creato dagli strumenti. La differenza che si nota subito rispetto le produzioni passate è il ruolo delle tastiere, che donano al combo una forte componente psichedelica. Dopo il tiro dei primi due brani il suono vira verso lidi “cosmici” che fanno decollare il disco. “Spacewalk” rappresenta perfettamente il mood sprigionato dal bellissimo artwork. Il trip lisergico prosegue nella settantiana “Born To Suffer” che sembra una dichiarazione d’amore dei nostri per gli Hawkwind e tutto quello che hanno rappresentato. Non mancano comunque momenti più muscolari come nel brano “Lies Of Mind”, nel quale le ritmiche si fanno più serrate. La chiusura del viaggio è affidata a “NGC 2244”, un brano strumentale che prende il nome dall’insieme di stelle situate nella Nebulosa Rosetta.
La passione che mettono i veneti nella musica che suonano è palpabile, ed è impossibile esimersi dal mettere il volume dello stereo a palla durante l’ascolto. Che il viaggio abbia inizio!
7.5