(Nuclear Blast, 2015)
1. Tempest Temper Enlil Enraged
2. The Pendulum Speaks
3. Lost Tribes
4. Multiple Truths
5. Enki – Divine Nature Awoken
6. Metatron And Man
7. The Palm, The Eye And Lapis Lazuli
8. Doorways To Irkala
9. The Outsiders
I Melechesh sono tornati. Dopo quasi cinque anni esatti, per essere precisi. Per chi non li conoscesse, i ragazzi in questione propongono un black metal dalle tematiche assolutamente peculiari, tratte dallo studio della mitologia mesopotamica. Dopo un full length non esattamente entusiasmante come The Epigenesis, attorno a questo Enki c’era tanta curiosità, ma anche un (ben poco) velato senso di diffidenza. Dopo lo scotto precedente, tale prudenza era parsa più che doverosa. Inutile dire che i dubbi svaniscono come neve al sole appena si preme il tasto play.
Come suona il nuovo album? Beh, suona esattamente come dovrebbe suonare un album dei Melechesh. Nessuna novità di rilievo nel sound, che propone le solite cadenze death metal arricchite da sfuriate black. La tracklist è densa, ma non c’è un singolo calo di tensione. Lo screaming di Melechesh Ashmedi è sempre interessante, e offre spunti veramente notevoli. Per la gioia di tanti appassionati, sono tornati gli stacchi orientaleggianti che tanto erano mancati in The Epigenesis. Possiamo addirittura dire che con questo full length i Melechesh abbiano trovato il perfetto equilibrio tra sfuriate di matrice puramente black/death e sezioni melodiche, con dei picchi di perfezione in pezzi come “Enki – Divine Nature Awoke” e la meravigliosa strumentale “Doorways To Irkala”. Il riffing è vario e ben strutturato, e la batteria non perde un colpo dietro le quinte, sostenendo l’incedere martellante dei pezzi con precisione chirurgica. La produzione è stellare (come da tradizione Nuclear Blast) pur risultando un poco “plasticosa” in certi punti (come da tradizione Nuclear Blast).
L’album necessita di tempo per entrare in circolo. Tanto tempo. Ma ad ogni ascolto Enki cresce sempre di più, fino a diventare una vera e propria entità oscura di cui non riuscirete più a liberarvi. Il consiglio è quello di approcciare questo album con pazienza, poiché si tratta di un’opera sfaccettata, dotata di diversi strati che non è possibile cogliere con un ascolto superficiale. In conclusione, si tratta di un disco altamente consigliato, una piccola perla. Non è perfetto, ma non ve ne libererete per un bel po’ di tempo
7.5