I Witchcraft sono un gruppo svedese formatosi nel 2000, inizialmente come una tribute band dei Pentagram. Successivamente, nel 2004, pubblicano il loro omonimo album di debutto, influenzato dal sound sabbathiano degli anni Settanta, dalla musica psichedelica e dal folk rock. Almeno con i primi tre album, gli Witchcraft hanno dettato le regole dello stoner rock o heavy psich, che dir si voglia. Con il lavoro del 2016, Nucleus, si inizia ad intuire invece una ventata d’aria fresca: arpeggi folk sofferti, affiancati da composizioni prog e dalla carica del rock più casinista. Quest’anno è uscito invece il loro sesto disco, Black Metal, e tutto sembra cambiato.
Innanzitutto, non bisogna farsi trarre in inganno dal titolo dell’album, il quale non ha nulla a che vedere con il genere black metal. I Witchcraft (e in particolare Magnus Pelander, il vero ed unico protagonista di questo platter) si sono probabilmente prefissati l’obiettivo di toccare le corde più intime dell’ascoltatore con una proposta interamente acoustic rock ed un piglio quasi cantautorale. Dalla durata di circa trenta minuti, Black Metal si compone di sette tracce dal sound quasi lo-fi, che fornisce un tono introspettivo alla produzione. Voce e chitarra sembrano infatti registrate all’interno di una camera vuota, in cui si arriva ad avvertire il silenzio che viene spostato dalla musica. L’unica traccia con una ritmicità più pronunciata è “Elegantly Expressed Depression”, che sembra preannunciare il filo conduttore dell’album: l’espressione elegante della depressione. Non a caso, con il procedere delle tracce, il ritmo diventa sempre più lento e il sound del full length, nel suo complesso, sembra una continua variazione sul tema. Un breve accenno di cambiamento lo si ha unicamente con la canzone “Sad Dog”, in cui fanno capolino alcune note di pianoforte.
Black metal non vuole essere un lavoro commerciale, e lo dimostra con la traccia “Grow” dalla durata di quasi otto minuti, in cui gli arpeggi dettano il ritmo e la voce lo accompagna ad intermittenza, lasciando l’ascoltatore in un vuoto sospeso. Quest’ultima fatica, uscita via Nuclear Blast, si allontana completamente dai Witchcraft a cui tutti erano abituati, proponendo un sound nuovo e sperimentale. Resta solamente da chiedersi se il gruppo abbia voluto trollare tutto il mondo (non sarebbe allora un caso il titolo dell’album e le canzoni che – generalizzando – hanno tutte lo stesso piglio sonoro e narrativo dell’indie contemporaneo), oppure se sia un progetto in cui hanno creduto davvero, e che non riusciamo a comprendere poiché offuscati da ciò a cui eravamo abituati a ricevere da loro. Sebbene personalmente trovi questo album godibile, e trovi intrigante il connubio voce-chitarra, risulta purtroppo debole nella struttura compositiva, e non apporta alcun progresso significativo all’acoustic rock.
(Nuclear Blast, 2020)
1. Elegantly Expressd Depression
2. A Boy And A Girl
3. Sad People
4. Grow
5. Free Country
6. Sad Dog
7. Take Him Away