Draconian > Under a Godless Veil

Per qualcuno un genere di corto respiro, per altri una vena esaurita da tempo, per quasi tutti un campo minato dove per emergere e sopravvivere servono davvero doti soprannaturali o magiche congiunzioni astrali, il gothic a doppia ugola maschile/femminile non è mediamente, eufemisticamente parlando, tra le prime scelte delle metal legioni del Terzo Millennio, pronte…

SVNTH > Spring in Blue

C’est plus facile. Chissà, forse qualche pubblicitario figlio dei presuntamente spumeggianti anni Ottanta utilizzerebbe quello slogan alla base di antichi spot-tormentone che ammorbavano l’etere delle prime città da bere, per commentare oggi la scelta di una band di modificare il proprio nome dopo anni di gloriosa carriera. E forse chissà, qualche purista contesterà la scelta…

Paradise Lost > Obsidian

Mai dare per scontate le partite quando giocano i fuoriclasse… chiunque abbia contatti anche saltuari col mondo dello sport lo sa perfettamente, al cospetto del grande campione capace di inventare in ogni momento un colpo inatteso e decisivo non c’è previsione che tenga, non resta che sgranare gli occhi e applaudire. Quando poi il fuoriclasse…

Tethra > Empire of the Void

“We are made of star stuff”. Alzi la mano chi, al cospetto del celebre aforisma di Carl Sagan che ha certificato come uomini e stelle siano sostanzialmente un’articolazione diversa della stessa materia, non abbia provato un brivido di piacere, quasi che dalla condivisione di un’origine discenda automaticamente una promessa di una significativa permanenza nelle mappe…

Timeworn > Leave the Soul for Now

Perdita della purezza originaria e imborghesimento oppure naturale evoluzione e maturazione? Il dibattito intorno alle traiettorie artistiche delle band che, al succedersi dei rilasci, sembrano modificare gli assi pentagrammatici della loro proposta, è uno dei grandi classici che animano i metal cenacoli di ogni epoca e ad ogni latitudine, tra i lamenti e le imprecazioni…

Inno > The Rain Under

Dirigenti, allenatori, giornalisti, tifosi o chiunque si sia accostato in qualsivoglia veste alla religione degli sport di squadra lo ripeterà fino allo sfinimento: la pura e semplice collezione di fuoriclasse non è di per sé garanzia della conquista di un titolo da sfoggiare in bacheca, a fine stagione. Per raggiungere l’agognato traguardo, diranno, servono anche…

Suum > Cryptomass

Un’occasione per festeggiare, ma anche la presa d’atto dell’inesorabile scorrere del tempo… lo scoccare di un anniversario è sempre un’arma a doppio taglio, a maggior ragione quando la cifra oggetto della celebrazione assume i ragguardevoli contorni del mezzo secolo e se nel frattempo l’avvento di un nuovo millennio sembra invitare a considerare preistoria tutto ciò…

On Thorns I Lay > Threnos

Cambi di moniker, volatilità della line up, abbandoni dolorosi, pause di riflessione, reunion inattese, traiettorie musicalmente non sempre coerenti… in qualsiasi genere e a qualsivoglia latitudine la storia delle metal band è raramente riconducibile a un concetto di “stabilità”, quasi che per imperscrutabile volere divino la creatività debba obbligatoriamente viaggiare di pari passo con strappi…

Dark Matter > Nebula to Black Hole

“Chiudi gli occhi ed esprimi un desiderio”… non importa quante volte la vita si sia incaricata di smentire ciò che da bambini sembrava potesse bastare per trasformare i sogni in realtà, non importa quanto dolorosamente col passare degli anni si impari a mettere a fuoco i desideri cogliendone i tratti dell’illusione o dell’utopia, nessuna presunta…

The River > Vessels into White Tides

Un grande album d’esordio, una vocalist dal timbro magneticamente accattivante e un componente destinato a transitare, sia pur brevemente, nella line-up di una delle grandi promesse doom della terra d’Albione, cioè quei Warning di cui peraltro da troppi anni si attendono cenni di vita dopo il capolavoro Watching from a Distance… Era il 2006 e…