Red Rot > Mal de Vivre

Un gradevole ritorno di due membri della storica band padovana Ephel Duath e solo per questo dettaglio c’è da aver timore di cosa si sta per ascoltare. Io stesso non ero certo, ma mi ci sono lanciato e via. Red Rot è un nuovo progetto formato da Tiso e Lorusso, ma anche da Ian Baker…

The Machinist > All is Not Well

La Prosthetic è praticamente una fucina perennemente accesa e in produzione e questa è una buona cosa, ma è anche una cosa che comporta dei rischi; quali? Beh soprattutto quello per cui tra la roba che viene prodotta esca anche qualcosa di leggermente anacronistico e fin troppo dozzinale, un po’ come All is Not Well dei Machinist. Sarò…

Nanook of the North > Heide

A essere sincero non ho ancora ben chiaro quale sia il ruolo del critico/recensore, perché se l’intenzione dovrebbe essere quella del consiglio all’acquisto, beh qui con il freddo e meditativo Heide del duo Nanook of the North mi trovo in seria difficoltà. Parlare di questo bellissimo disco comporta fare una quantità di menzioni abbastanza vasta, soprattutto di quei…

Fabio Frizzi > The Eyes Of The Cat

Personalmente sono uno che si erge con scudo e ascia a difesa ed elogio dei compositori, forse più che per le band, sarà forse perché nella mia testa di studioso li ritengo musicisti più colti (e questo è un pensiero ahimè malsano), ma tant’è… Fabio Frizzi non è l’ultimo arrivato, al contrario, potremmo definirlo un…

SYk > Pyramiden

Questi ragazzi sono in circolazione da diversi anni, sufficiente tempo per crescere e maturare, non a caso con questo nuovo Pyramiden, i SYk sono giunti a un punto altissimo che ovviamente I-Optikon non faceva che presagire. Quivi la band lancia addosso all’ascoltatore sonorità sinistre che all’inizio fanno sgomento e poi aduggiano completamente. Il connubio di…

Tranzat > Ouh La La

Dietro un aspetto da perfetti bravi ragazzi, quasi dei fighetti frequentatori dei country club si nascondono quattro pazzi scalcagnati dotati di immenso talento, capaci di cose cattive, ma mai, proprio mai prive di classe, Ouh La La né è la prova incontrovertibile. Prima viene l’aspetto estetico e ti fai subito l’idea che i ragazzotti qui…

Soft Ffog > Soft Ffog

Stabilitasi la formazione nel 2020, quella dei Soft Ffog è una miscela estremamente interessante e tutta la loro inventiva confluisce in Soft Ffog, primo meraviglioso disco della band norvegese, disco che per altro segna l’avvio di attività della Is It Jazz? Records e per come la vedo, è difficile iniziare meglio di così. Soft Ffog…

Werewolves > From the Cave to the Grave

Sempre gradita la presenza di questi ragazzotti e anche in questo 2022 i Werewolves ci graziano e ci deliziano con il loro sound ibrido che scaturisce da From the Cave to the Grave. Gli australiani ci danno sotto e sfornano un altro disco che è goduria e divertimento fin da subito. Penso sia davvero difficile…

Minipony > AJNA

Sempre rischioso imbattersi nei Minipony: la formazione proveniente dall’Ecuador era già riuscita a farsi notare con il precedente Imago, un disco abbastanza acerbo, ma che metteva già in chiaro dove avrebbe portato; ovviamente ad AJNA. Bisogna guardare ai Minipony come a un’insalatona penso io, fatta con tutto quello che si ha in frigo ed è…

Huntsmen > The Dying Pines

Sono una band davvero forte gli Huntsmen, che continuano imperterriti ad abbattere i confini che dividono il metal e il folk tradizionale americano. The Dying Pines è la nuova fatica che testimonia le loro intenzioni perché Mandala of Fear non bastava, ne serviva ancora. Si parla di un EP, quindi qualcosa di molto conciso e…

Master Boot Record > Personal Computer

Per chi non ha idea di chi si parli: è in giro da relativamente poco il progetto Master Boot Record, è una sorta di entità che si differenzia dalla maggior parte delle cose che si sentono normalmente. È vero, ci sono altri casi di metal computerizzato, vengono in mente Gonemage e The Algorithm, Cara Neir…

Archgoat > All Christianity Ends

È diventato difficile se non addirittura impossibile ormai gestire i propri ascolti in campo black metal, non parlo di maistream ovviamente, in quel caso sarebbe una passeggiata fra gli ulivi, ma nell’underground è una giungla. Però se si tratta dei fratelli Puolakanaho la cosa è diversa. I mitici Archgoat tornano a farsi sentire a distanza…

An Evening Redness > An Evening Redness

Curioso disco il debutto del progetto An Evening Redness, una mistura di solitudine esasperata e onirica sonnolenza che si perdono in un deserto afoso in cui anche quando si è completamente soli, non lo si è mai realmente. Una strana e affascinante miscela di ambient, drone e doom con spunti accennati di folk che spuntato…