In un’annata in cui gli esordi degni di nota si contano sulle dita di una mano, arrivano i francesi Birds In Row a farci cambiare idea non solo sulla povertà di questo 2012, ma anche sulla presunta staticità di una scena, quella hardcore, che nonostante tutto continua a sfornare qualche band interessante e futuribile. Giunti agli onori delle cronache con due convincenti ep (raccolti in Collected, uscito l’anno scorso) che già ci avevano dato modo di testare le loro potenzialità, i quattro francesi sono stati repentinamente messi sotto contratto dalla lungimirante Deathwish Inc. di Jacob Bannon, innegabilmente la label di punta per quanto riguarda i generi qui trattati. Le aspettative, insomma, erano alte: i Birds in Row avevano la possibilità di imporsi nella scena, come già è successo a diverse band del roster Deathwish, oppure ritornare nell’anonimato (e anche qui si contano molti esempi, più o meno preventivabili all’alba della prima fatica in studio). Ebbene, pur essendo probabilmente troppo presto per esprimerci circa la longevità della proposta di questi talentuosi transalpini, noi saremmo disposti a puntarci una discreta somma. Si, perché You, Me and The Violence è un disco notevole, specialmente se consideriamo che a comporlo è stata una band poco più che esordiente.
You, Me and The Violence è una roboante carneficina sonora, che mischia in modo coerente ed efficace (post)hardcore, crust e screamo, aggiungendo alla miscela già collaudata dai Loma Prieta pesanti dosi di melodia, nobilitate da una prova vocale all’altezza e da una notevole creatività a livello compositivo. “Pilori” assale direttamente alla gola e non molla la presa, arrivando a racchiudere alla perfezione l’estetica e la filosofia dei Birds in Row: violenza, caos controllato e testi a base di disagio esistenziale, vomitati addosso all’ascoltatore con un ardore quasi spiazzante. La rabbia è la chiave di tutto. Resterà questo uno dei picchi dell’album, che pure si dipanerà senza sosta in altri episodi interessanti come “Last Last Chance”, in cui la prova sofferta del vocalist Bart assurge ad highlight dell’intero lavoro, o come “Lovers Have Their Say”, che spicca come apice emotivo e forse anche compositivo del platter. E’ purtroppo da notare una leggera flessione nella fase centrale dell’album, che contiene qualche pezzo un po’ anonimo e quasi preparatorio per l’esplosione finale. Poco importa, perché la breve durata (appena trenta minuti) aiuta a non distogliere mai l’attenzione, che rimane ben desta per tutto l’ascolto. Va sottolineata ancora una volta la prova di tutti i musicisti, in particolare per quanto riguarda le vocals e le soluzioni chitarristiche, piuttosto variegate (anche considerato il genere proposto) e ricche di spunti originali, come alcuni echi black metal che fanno capolino di tanto in tanto.
C’è poco da aggiungere su questo You, Me and the Violence: è un disco che va ascoltato, vissuto, compreso nella sua più profonda intimità. E’ un’espressione di rabbia e di disagio che affonda le proprie radici in esperienze musicali già ben note a chi ha dimistichezza con il genere, ma attualizzate e rese personali da un songwriting convincente e maturo, nonostante ci si trovi davanti ad un esordio. Non resta che riascoltare l’album e aspettare il prossimo lavoro, già convinti che sarà all’altezza delle aspettative. I Birds in Row sono riusciti ad ottenere uno status decisamente non comune tra le giovani band: sono già una sicurezza, nonostante abbiano all’attivo solo una manciata di ep e un unico full-length. Promossi a pieni voti.
(Deathwish Inc., 2012)
1. Pilori
2. There Is Only One Chair In This Room
3. Cages
4. Guillotine
5. Walter Freeman
6. Last Last Chance
7. You, Me & The Violence
8. Grey Hair
9. Cold War Everyday
10. The Illusionist
11. Police & Thieves
12. Lovers Have Their Say
7.5