(Autoproduzione, 2014)
01. Evanescente Inverno
02. Nihilius
03. Io Senza Me
04. Submorale
05. Fango
06. Abbandono
07. Nessuno
08. Sguardo a Ponente
09. Asettico
10. Carne e acciaio
11. 5 Minuti di Vuoto
12. Quando Apophis Mangiò il Sole
13. L’Odio che hai Dentro
14. Caduta
15. Saru No Tsuki
I Rejekts si presentano come una band Blackened Grindcore, un prodotto che viene direttamente dallo smog, le nebbie e il caos cittadino di Milano. Non sono proprio i primi arrivati, solcano i palchi dal 2010 e hanno all’attivo due demo.
Non aspettatevi un qualcosa di inascoltabile, tutto strilli, violenza fine a se stessa e produzione sporca come la latrina di un vecchio ospedale, c’è melodia e pure molta. Tutte le tracce sono ragionate e articolate molto bene nonostante le durate esigue, molte tipologie di voci si intrecciano nelle fitte trame del quintetto di Saronno, uno screaming acutissimo, un basso growl e un raro pulito che ogni tanto esce nei momenti più calmi. Il disco è poliedrico, anche nei momenti più grind c’è sempre un occhio di riguardo alle melodie e il tutto permeato da una malinconia che oltre a rispecchiarsi nell’artwork è tutta nelle chitarre che fanno veramente un lavorone, sono principalmente loro a dare varietà a questo disco, non che la sezione ritmica non faccia il suo, ma si attiene giustamente al copione. Questo fa intuire che le influenze che si sono riversate in questo lavoro siano molteplici per lo più appartenenti a quel grande mostro a molte teste che è il Metal e molto meno che al Punk, ed è per questo che da ascoltatore mi permetterei di consigliare ai Rejekts di non appiccicarsi addosso troppe etichette, ancora c’è da fare il punto della situazione,ma per arrivarci il passo sembra breve.
UNO- è stato registrato, mixato ed eseguito il mastering ai Kreative Klan Studio, e si sente che il lavoro è stato fatto a regola d’arte: il tutto è chiaro e pulito, forse pure troppo. Una cosa che arriva subito all’orecchio è che la batteria manca di dinamiche, la nota dolente è proprio questa, troppo ‘’plasticosa’’ degna di un disco Deathcore di bassa lega, questo rovina un po’ il pathos con l’ascoltatore ed è un vero peccato.
Un primo Full-length che vale la pena di ascoltare e che nonostante tutto ha i presupposti per avere dei buoni riconoscimenti, un buon lavoro.
6.5