Gaahl è entrato anni fa ad essere uno dei tanti nomi indissolubilmente legati alla scena black metal mondiale. Pure tristemente noto per essere uno dei protagonisti della prima vera soap-opera del genere, il nostro, seppur in sordina, è sempre stato in movimento nell’underground ed è adesso attivo sui palchi col suo nuovo Gaahls Wyrd. Noi di GOTR siamo andati a verificare dal vivo le capacità del progetto.
GAAHLS WYRD “VARDØGER EUROPEAN TOUR 2017” + The Great Old Ones + Auðn
Alchemica Music Club, Bologna
09/12/2017
Auðn
Arrivati leggermente in ritardo sulla tabella di marcia approcciamo gli islandesi Auðn nel pieno della loro esibizione. Suoni cristallini e decisamente puliti danno un’idea di un approccio black/shoegaze che sulla carta dovrebbe essere più orientato all’atmospheric black. Non convincenti appieno, i Nostri si distinguono comunque come un’apripista preparato e tecnicamente preciso, anche se non sufficientemente memorabile.
The Great Old Ones
A seguire il registro cambia decisamente. Consci delle potenzialità della band francese le elevate aspettative non sono state infrante, anzi. L’uso di cappucci, nebbia artificiale, luci sempre su toni di blu e una scultura essenziale di un Cthulhu metallico di fronte al pubblico coinvolge già da subito creando un’atmosfera ritualistica. Il muro sonoro dei nostri in aggiunta altro non fa se non far impallidire la proposta degli Auðn, senza nulla voler recriminare a questi. Il post-black dei nostri, basato su ritmiche martellanti alternate a sezioni mid-tempo estremamente incisive e sezioni atmosferiche è perfettamente bilanciato e di grande spessore dal vivo. Suoni precisi, una dote tecnica eccellente (ricordiamo che si tratta di tre chitarre, basso e batteria) e poi, ciliegina sulla torta, la presenza di Benoit Claus (Gorod) al basso: uno spettacolo per gli occhi, e linee di basso estremamente incisive considerando il genere. Promossi a miglior band della serata senza dubbio, peccato per la risposta del pubblico evidentemente non molto propenso a certe derive del genere.
Gaahls Wyrd
Giunge infine il momento del piatto forte della serata. Piaccia o non piaccia il personaggio, sempre contraddistinto da dichiarazioni particolari e atteggiamenti teatrali (e pure un ruolo di primo piano in un famoso documentario), il ricordo del suo enorme contributo alla scena non può lasciare indifferenti. Vale poi la pena ricordare che Ghaal è stato il volto effettivo dei Gorgoroth nel loro periodo di massimo splendore ed estremo artistico, una band che difficilmente rivedremo all’opera in tale fasto. Il dubbio però è e resta uno solo… la performance della serata sarà riservata solo a nostalgici o avrà un suo senso indipendentemente dalla storia passata? A parere di chi scrive la verità pende maggiormente per la prima ipotesi. Il concerto sostanzialmente si rivela un excursus che presenta i pezzi più famosi del Nostro, poco Godseed, un po’ di Trelldom e molto Gorgoroth. Palco scarno, musicisti con face painting e una presenza scenica che rimanda fortemente al black vecchio stile, nulla di esagerato così come niente borchie ovunque. Mentre il pubblico partecipa attivamente al concerto, caricandosi sempre di più e rispondendo alle incitazioni dei musicisti, si fa spazio la conferma della prima ipotesi, ma è l’esecuzione di “Sign Of An Open Eye” che conferma i dubbi. Siamo al cospetto di una band che si riduce effettivamente a mera cover band dei fasti del passato di un musicista che per un motivo o per l’altro non ha minimamente bissato quanto realizzato (nemmeno i Gorgoroth, ad onor del vero), e in aggiunta nemmeno troppo capace di suonare certi pezzi con la perizia necessaria, poco incisiva e poco coinvolgente. La risposta del pubblico circa lo show e la setlist è stata entusiasta: contenti loro contenti tutti, in questo l’esibizione dei nostri può dirsi un successo.
Nota polemica finale: come anche per i Mayhem, da un po’ impegnati a rispolverare lo storico De Mysteriis, o la reunion degli Emperor, c’è il serio rischio che il pubblico odierno del black metal sia rimasto bloccato ad anni fa e non riesca a rinnovare in alcun modo la playlist casalinga. Dubbio atroce che speriamo rimanga tale.