Il Freakout è il nuovo punto di riferimento a Bologna per gli amanti della musica underground: ha aperto da pochi mesi, ma questo piccolo locale vanta già una programmazione di tutto rispetto, e probabilmente molti di voi nei prossimi mesi hanno in programma di farci una capatina. La prima occasione che abbiamo noi per visitarlo è una delle cinque date che i Birds In Row hanno recentemente tenuto nel nostro Paese: il trio francese è una delle ultime scoperte di casa Deathwish, e il loro debutto You Me And The Violence è stato uno dei dischi più interessanti (insieme all’esordio dei Code Orange Kids) rilasciato nel 2012 dalla nota label hardcore americana. Eravamo curiosi di testare la band transalpina nella dimensione live, e se anche non ne siamo stati molto soddisfatti, la serata s’è rivelata comunque interessante e piacevole.
Birds In Row + Hierophant + Shen + Lantern
Freakout Club, Bologna
04 / 02 / 2013
LANTERN
Ad aprire la serata troviamo i riminesi Lantern. Il loro emo/screamo alla romagnola può sembrare poco inerente alla serata, ma i ragazzi non sono certo a disagio e noi siamo ben contenti di vederli: il loro Noicomete, uscito ormai da un po’, è una delle cose migliori uscite ultimamente in questo campo e un gruppo del genere non può non rendere il doppio dal vivo. Purtroppo i Lantern hanno avuto i suoni peggiori della serata, e in più sono senza il loro batterista, attualmente sostituito (non sappiamo per quanto) da Matteo de La Prospettiva. I ragazzi tuttavia hanno compensato qualsiasi problema con una prestazione coinvolgente, soprattutto da parte del cantante, costantemente sotto al palco (anche perché sopra non c’è posto per tutti) a contorcersi tra le proprie urla e a “rimbalzare” sul pubblico. Vengono eseguiti tutti i cinque brani dell’EP, per un concerto di venti minuti scarsi, che magari non sarà stato il migliore della loro carriera, ma che ci ha fornito un’ulteriore prova del buono stato di forma di questa band. Ascoltate il loro dischetto e seguiteli.
SHEN
Non troviamo invece molto da dire sugli Shen: prima di stasera sappiamo solo che sono un gruppo di Bologna che si definisce mathcore/metalcore, ma per quanto abbiamo sentito poi il termine più adatto è il secondo. Il loro è sicuramente uno show energico, i ragazzi sono galvanizzati dal contesto e dai tanti amici accorsi evidentemente a sostenerli, ma la loro proposta ci sembra sostanzialmente molto derivativa, destinata ai soli amanti del genere, che tra l’altro ormai calano sempre più rapidamente. Non vogliamo infierire su di loro, gli Shen sono giovani e volenterosi, ma probabilmente non siamo le persone più adatte per giudicarli: la loro musica ci strappa più sbadigli che applausi.
HIEROPHANT
Questa è la terza volta che vediamo gli Hierophant nell’arco di poco più di due mesi, dunque ormai sappiamo cosa aspettarci: a furia di suonare con una certa costanza la band romagnola è diventata una garanzia. Il loro hardcore cupo e feroce dal vivo acquista sempre una marcia in più, i ragazzi non sbagliano nulla e travolgono il proprio pubblico con un muro di suono notevole. Il batterista Ben è il solito spettacolo dietro le pelli (nonostante un infortunio che lo costringe ad usare una stampella per camminare!), il chitarrista Lollo suona attaccato alle prime file regalando smorfie a chi gli sta davanti e Carlo, che porta sulla fronte i segni di “microfonate” risalenti alla sera precedente, conferma con un’ottima prestazione la sensazione che abbiamo avuto su di lui nelle ultime uscite: è migliorato parecchio nel cantare pur non perdendo la foga che lo contraddistingue. La scaletta prevede qualche brano del debutto omonimo, ma il nostro interesse stasera è principalmente concentrato sui brani che andranno a far parte del nuovo disco Great Mother: Holy Monster, in uscita a marzo per Bridge 9 Records. “Son Of Carcinoma” ormai ci ha conquistati, ma anche gli altri pezzi per ora ci danno la sensazione che gli Hierophant stiano approfondendo il lato più black e crusty della propria musica, lasciando da parte le tentazioni più doom di certi episodi contenuti nell’esordio. Qualcuno potrebbe dire che musica del genere la stanno facendo in tanti oggigiorno, ma noi ogni volta che vediamo dal vivo questi ragazzi abbiamo la sensazione che i nostri Hierophant la suonino meglio di molti, molti altri nel mondo. Non vediamo l’ora di avere il disco nuovo tra le mani.
BIRDS IN ROW
Ecco, diciamolo subito: quella che avete appena letto è la descrizione del concerto migliore della serata. Gli Hierophant hanno decisamente surclassato i colleghi d’Oltralpe questa sera, anche per grossi demeriti dei tre francesi. Ad ascoltare You, Me And The Violence la musica dei Birds In Row sembra fatta apposta per scatenare un pandemonio in sede live, e soprattutto sembra suonata da cinque persone, non tre. Ok, il disco è davvero divertente e da un gruppo hardcore non si pretende perfezione nell’esecuzione, però dalla prestazione dei Birds In Row non abbiamo colto né coinvolgimento col pubblico né un qualche tipo di carica emotiva. Il più indemoniato è senza dubbio il batterista, che sembra pure divertirsi parecchio, il bassista invece se ne sta nel suo angolo mentre il cantante / chitarrista appare in seria difficoltà: totalmente ingobbito com’è sul microfono (ma perché non lo tiene in alto invece che all’altezza dello stomaco?) sembra davvero fare una fatica immane a cantare mentre suona. Probabilmente con una persona a dedicarsi interamente del canto farebbero un’impressione diversa, ma è evidente che i tre francesi abbiamo un’indole essenzialmente introspettiva: è questa dell’hardcore “introverso” una tendenza imperante nel movimento attuale, tuttavia i Birds In Row ci piacciono su disco proprio perché riescono a suonare un hardcore sofferente ed emotivo senza assomigliare ai tanti emuli di Defeater e Carpathian. Di fatto dal vivo, questa sera, ci danno solamente un’impressione di freddezza. Non chiedevamo calore, ma quantomeno che ci comunicassero qualcosa. Per quanto duro, questo non è però un giudizio definitivo sui Birds In Row: ci rifiutiamo di credere che le qualità che abbiamo sentito su disco siano costruite a tavolino, riteniamo piuttosto di aver assistito ad una “serata storta”. Probabilmente questi ragazzi non sono abituati a tour più o meno lunghi (a differenza degli Hierophant), e soprattutto a questi livelli non è facile essere sul pezzo tutte le sere. Aspettiamo che accumulino esperienza e che si tolgano di dosso l’ingombrante nomea di enfants prodiges, vedremo in futuro se i Birds In Row saranno o meno una promessa mantenuta.