(Bleeding Light Records,2014)
01. We’re Nothing
02. We Are The Righteous Hell
03. Set Them On Fire
04. Like Promises
05. You Never Did
06. Like Promises You Never Did
07. Angel
08. These Nights
09. Are Going To End
10. And We’re Writing About
11. Abandonment And Letters Flowing
12. On That September
Primo album per i romagnoli Postvorta da Ravenna, formazione in cui militano diversi ex membri di Black Sound Empire e nel quale canta Nicola Donà (già membro degli The End of Six Thousand Years, autori di quell’Isolation che a suo tempo si rivelò essere uno dei migliori dischi hc/metal made in Italy). Il gruppo si auto definisce post metal,e sicuramente il contenuto di Beckoning Light We Will Set Ourselves On Fire non tradisce le premesse.
Il disco si apre con un breve brano atmosferico dalle tinte post, per poi sfociare in quello che è il primo brano (e uno dei più azzeccati) del platter, “We Are The Righteous Hell”. Ciò che si nota sin dai primi minuti è la cura del sound: degna di nota come sempre la produzione di Riccardo “Paso” Pasini dello Studio 73 (The Secret, The End Of Six Thousand Years,Sunpocrisy) che ha dato al disco suoni ineccepibili, attraverso i quali l’abilità dei singoli musicisti riesce a brillare a dovere. Gli intrecci delle tre chitarre sono chiarissimi,il basso potente e chiaramente udibile, voce e batteria sono limpide e definite. La proposta del sestetto non è estremamente originale,ma il songwriting maturo e curato rende canzoni dalla durata media di otto / nove minuti altamente ascoltabili nonostante il minutaggio piuttosto elevato. La voce molto personale e riconoscibile, che sicuramente sarà gradita ai fan di lunga data dei succitati TEOSTY, si sposa alla perfezione con l’atmosfera dei brani ed è a tutti gli effetti parte integrante del mix. Nelle sezioni più dilatate si sente l’influenza degli Isis,mentre nelle sezioni più movimentate sono udibili richiami al post metal più dinamico di formazioni come Pelican e Buried Inside. Spesso viene fatto uso di cambi di tempo e piacevoli finezze ritmiche, che tengono viva l’attenzione anche all’interno dei singoli riff. Il riffing in canzoni come “Are Going To End” strizza l’occhio al miglior metalcore americano di inizio 2000, senza trascurare però le sperimentazioni post. La chiusura del disco viene affidata alla coinvolgente e piena di pathos “Abandonment And Letters Flowing” (probabilmente il miglior brano del disco) e “On That September”,brano acustico di chiusura,particolarmente atmosferico. Obbligatorio parlare anche del rifacimento di “Angel” dei Massive Attack,rivestito,rielaborato e reso parte integrante del disco.
I Postvorta hanno le idee chiare e hanno rilasciato uno dei debut album più maturi che abbia avuto il piacere di sentire da qualche anno a questa parte. Il punto forte dell’opera è la spontaneità di fondo che la permea: nulla suona forzato o inappropriato, tutto fluisce come dovrebbe in modo completamente naturale. L’aspetto grafico è stato curato dal cantante e riflette il contenuto del disco, elegante, sobrio e a tratti enigmatico,senza strafare. Sicuramente si dovrà guardare ai Postvorta con un occhio di riguardo nei prossimi anni,in quanto potrebbero rivelarsi una delle realtà “post” italiche più interessanti in circolazione. Attendiamo con ansia la prossima prova.
7.5