Nella vita è difficile confermarsi. Ma anche questa volta i Between The Buried And Me sono chiamati a farlo, con la loro nuova opera fiammante. Nel corso degli anni la band del North Carolina è riuscita ad imporsi come una delle più importanti realtà del panorama progressive metal mondiale, con album che, uno più dell’altro, sono un crogiuolo di emozioni. In questo disco le venature prog rock sono ancora più marcate rispetto ai lavori passati: lampi di Pink Floyd, King Crimson e a volte anche dei Queen palesano l’incessante evoluzione del combo americano.
Sono passati tre anni da The Parallax II: Future Sequence e la voglia di ascoltare un nuovo racconto scientifico era per forza di cose tanta. Anche in questo caso stiamo parlando di un concept album: una persona in coma che sogna le proprie vite passate in una fredda stanza di laboratorio. Tramite il “coma” ci muoviamo su sensazioni mai provate prima e il gruppo è bravo a farci entrare immediatamente nel bel mezzo dei fatti senza perdere un secondo. Le undici tracce sono abbastanza prolisse, come suggerisce il genere d’altronde, ma non annoiano mai, si è completamenti immersi in questa atmosfera onirica data dal coma profondo. Pare di entrare in un wormhole e non uscirne più. “Node” è il perfetto brano di partenza, fin da subito la voce di Thomas Rogers è sopra le righe. Le clean vocals sono più sfruttate rispetto al passato, tanto da dare un maggior senso di varietà all’ascolto. I ricami della sezione ritmica sono superbi come sempre, il duo Richardson / Briggs non perde un colpo, risultando a volte possente e spregiudicato, altre leggero e sognatore.
Atmosfere sinistre e ruvide sono evocate da “Famine Wolf”, nella quale i due chitarristi Waggoner e Waring impreziosiscono la struttura della canzone con azzeccati sweep picking: si tratta di un pezzo che pesca a piene mani dal passato della band. Il brano “King Redeem – Queen Serene” presenta invece una doppia anima, una più pacata e gentile, l’altra più malvagia; l’organo hammond di Rogers qui sembra preso direttamente da uno degli ultimi lavori degli Opeth. Ovviamente in questo percorso sonoro si toccano anche i lidi dei sempre più famigerati Dream Theater: il debito è palese in “Memory Palace”. Ineccepibile invece il finale, affidato a una canzone come “Life In Velvet”, a dir poco epica e dal sapore vagamente queeniana. Una conclusione da capogiro.
The Coma Ecliptic è un’autentica opera rock. L’ostacolo del settimo album è stato superato come meglio non si poteva, attraverso un lavoro che è semplicemente una gemma levigata e splendente. Questo lavoro contiene tutto: turbamento, felicità, riflessione, inquietudine; e allora la domanda è: meglio intrattenersi in questo splendido coma o svegliarsi? Senza dubbio parliamo di un album di una classe infinita. Altro che Interstellar, se avete ancora voglia di avventure nello spazio continuate ad ascoltare i Between The Buried And Me.
9.0
(Metal Blade Records, 2015)
1. Node
2. The Coma Machine
3. Dim Ignition
4. Famine Wolf
5. King Redeem / Queen Serene
6. Turn On The Darkness
7. The Ectopic Stroll
8. Rapid Calm
9. Memory Palace
10. Option Oblivion
11. Life In Velvet