Gli Scale The Summit sono un quartetto progressive metal strumentale. Il paragone più speso è quello con gli Animals As Leaders, anche se in realtà si tratta di due band completamente diverse: infatti, se quest’ultimi sono più debitori al djent, gli Scale The Summit si divertono a rielaborare il prog in salsa Dream Theater e Cynic. Il loro debutto risale al 2007 con Monument, grazie al quale si guadagnarono una considerevole attenzione, tanto da partecipare al Progressive Nation Tour insieme a Dream Theater, Zappa Meets Zappa e Bigelf. In seguito pubblicarono altri tre buoni album, ovvero Carving Desert Canyons, The Collective e The Migration. A distanza di due anni ci gustiamo la loro ultima opera, dal semplice titolo V, che purtroppo, lo diciamo subito, non soddisfa le aspettative.
La prima traccia “The Winged Bull” inizia lentamente, con un incipit atmosferico che si trasforma in un epico midtempo, nel quale le chitarre a sette corde e il basso a sei corde si possono sbizzarrire evidenziando un notevole tasso tecnico. È proprio la tecnica l’ingrediente principale offerto dal combo statunitense: rispetto al passato pare ne abusino ancora di più e in alcuni pezzi questa scelta paga, in altri decisamente meno, tanto che la band risulta particolarmente fredda e senz’anima. Canzoni energiche e vive come “Trapped In Ice” sono perfette per le incursioni super tecniche di Lecthford e Levrier, mentre “Blues Sun” e “Oort Cloud” danno più l’impressione di essere uno sbrodolamento onanistico, con tanto di assoli belli ma decisamente debitori al grande John Petrucci. Altri brani degni di nota sono la sognante “Stolas”, la granitica “The Isle Of Mull” e la romantica “Kestral”. Per il resto, la tracklist è in massima parte uno sproloquio di note e scale.
Se gli Scale The Summit fossero stati un po’ più concreti il disco sarebbe stato molto più fruibile e divertente. Invece così si fa troppa fatica ad arrivare in fondo all’album, che dura circa quaranta minuti. La produzione, che è stato affidata al grande Jamie King, è stellare, purtroppo però V non permetterà agli Scale The Summit di fare il salto di qualità sperato. Fortunatamente parliamo di ragazzi giovani, che hanno tutto il tempo per rifarsi dopo questa raccolta di brani decisamente leziosi.
6.0
(Autoproduzione, 2015)
1. Umbral Vale
2. Philosopher’s Blade
3. The Mithriditist
4. Lord of Bones
5. Black Days Of…
6. Between Order and the Vistula
7. Architects of the Void