Abbiamo raggiunto Stephane Azam, leader dei C R O W N, per scoprire di più su Natron, il nuovo disco della band francese capace di destabilizzare ed entusiasmare la nostra redazione. L’album è un impasto sludge/industrial che impartisce, con padronanza unica, la lezione dei Godflesh in un clima grigio e nero spiccatamente post punk, tipico dei Killing Joke.
Esattamente, chi sono i C R O W N.? Puoi spiegarci le origini di questo nome e quelle della band?
Crown è sostanzialmente una one man band guidata da me; per i live siamo in tre, con Pascal e Freddy degli Zatokrev, che scrive i testi e canta. L’idea iniziale era di fare qualcosa di veramente pesante, industrial, melodico, con molti contrasti e ovviamente senza batterista, perché odiamo i batteristi, sono pazzi e pericolosi [ride, NdR].
Natron suona come Godflesh, Fethis69, Killing Joke e God Machine. Pensi che una parte del tuo DNA appartenga a queste band? Se lo pensi, quanto queste band hanno influenzato il tuo songwriting?
Posso menzionare anche Nine Inch Nails, Ministry, Einsturzende Neubauten, Swans e Neurosis. Sono un grande fan dei God Machine e dei Fetish 69, sei il primo a menzionarli, che band eccellente! Posso dire che la maggior parte delle influenze arriva dalla scena industrial dagli ‘80 ai ’90 e sì, hanno avuto un grande impatto su di me.
Come è iniziata la collaborazione con Neige? E cosa mi puoi dire a proposito di Frederyk Rotter degli Zatokrev, che ora è apparentemente membro stabile della band?
Ho conosciuto Neige a Colmar, era lì ad assistere ad un concerto metal nel posto in cui lavoro come ingegnere del suono. Sono un grande fan degli Alcest, quindi ci siamo messi a parlare di musica e siamo diventati amici. Stavano cercando un fonico per il tour di Shelter, quindi ho avuto l’incarico e ho girato molto con loro in questi anni. Per Natron gli ho solo chiesto se volesse essere parte del disco e lui ha subito risposto positivamente, e il suo contributo all’album è perfetto. Anche Fredy è un mio grande amico, siamo andati in tour con la sua eccellente band Zatokrev qualche volta, amo molto la sua voce e il suo carisma sul palco, per questo gli ho chiesto di unirsi alla band e anche di essere parte del processo di scrittura dei testi.
Quest’album suona come un viaggio verso la salvezza, come una fuga da un’ipotetica fine di tutto. Un’apocalisse vomitata dal cielo sulla testa degli ascoltatori. C’è un concept come questo dietro Natron?
Sì, c’è una vision post-apocalittica della società. Non c’è alcun concept particolare dietro Natron, è solo un disegno/visione che ho in testa, molto nichilista e misantropico.
I testi sono eterogenei, ci sono monologhi, urla e sussurri, mentre i riff sono pachidermici, devastanti e incisivi. Com’è nato Natron?
Volevo fare in ogni modo qualcosa di molto pesante ed estremo per Natron, con molti contrasti e dinamiche, qualcosa di melodico anche, tutto mischiato con un tocco industrial. Qualcosa di differente da Psychurgy e The One, non voglio fare lo stesso disco ogni anno come altre band, anzi mi piace sorprendere l’ascoltatore. L’identità è la stessa, sto solo provando a mettere qualcosa di nuovo in ogni cosa che faccio.
La scelta di usare una drum machine ha donato un ulteriore mood sintetico e freddo al tutto, con la sua progressione chirurgica e meccanica. Come hai deciso di usare questo strumento?
Odio i batteristi, sono pericolosi e totalmente fuori controllo! [ride, NdR) È stata un’ottima idea l’utilizzare qualcosa di freddo e sintetico come le macchine, era lì dall’inizio: solo chitarre e macchine, e voci.
Ora siete in tour con gli Agalloch, come potete giudicare il feedback dei fan? Sfortunatamente siete stati costretti a cancellare qualche show, anche quello italiano. Suonerete in Italia prossimamente?
I fan degli Agalloch sono davvero di mentalità aperta e il tour è stato fantastico, grande feedback da parte di tutte le persone che abbiamo incontrato, all’inizio pensavo che sarebbe stata dura, ma in fin dei conti è stata la perfetta opportunità per i Crown. Spero di sì, magari nel 2016!
Mi congratulo con voi per il grandioso lavoro, che credo entrerà nella mia top ten del 2015, e ti lascio salutare i lettori come preferisci.
Grazie mille amico! E scusate per il forte ritardo!
Cheers,
Steph