Basta ascoltare il riff del brano di apertura “Banco Popular” per capire l’intenzione dei Drug Church, ovvero quello di riportarci prepotentemente negli anni Novanta sfruttando un effetto nostalgia che pervade l’album nella sua interezza. Se avete vissuto gli anni del grunge e della nascita dell’alternative rock Hit Your Head rientra nella vostra comfort zone.
In questo album non troverete una sola nota che non abbiate già ascoltato, assaporato ed immagazzinato in passato, avrete un senso di deja vu continuo da far schizzare la lancetta del “già sentito” a fondo scala con alto rischio di ridondanza. Eppure è molto probabile che vi farete coinvolgere vostro malgrado dalle undici canzoni che compongono questo full-length, perché, semplicemente, gli ingredienti sono buoni e per quanto la ricetta sia classica, riesce a creare un empatia che va oltre la ricerca di qualcosa di originale. Brano dopo brano ci passa davanti tutto ciò che ha formato i rockers della generazione x: chitarre corpose, ritmi punk di fine anni 80, i Pixies, Nada Surf, Star Fish ed i più recenti Fucked Up che convergono in un tripudio big muff dai ritmi travolgenti.
Se vi mancano certi pilastri della musica il consiglio è quello di andare ad abbeverarsi alla fonte con Mudhoney, Nirvana e soci; se invece come me siete dei veterani del genere l’operazione dei Drug Church è indubbiamente da premiare perché, nonostante manchi di originalità, possiede un cuore enorme ed è realizzata con una passione che appaga l’ascoltatore.
7.0
(No Sleep Records, 2015)
1. Banco Popular
2. Aleister
3. Aging Jerk
4. Bagged
5. Drunk Tank
6. Green Like Me
7. Park And Ride And Park And Ride
8. Hit Your Head, Greedy
9. Then Try
10. Big And Shitty
11. What