Gli Hypno5e sono una band atipica nel panorama metal internazionale. A fianco della loro proposta musicale procede di pari passo una componente cinematografica che li rende unici. Shores Of The Abstract Line coinvolge l’ascoltatore in toto, non solo dal punto di vista musicale, ma soprattutto da quello narrativo. Il modo migliore per godere appieno della loro musica è quello di distendersi sul divano, chiudere gli occhi e lasciarsi irretire dalle loro note ipnotiche.
Analizzando il sound della band francese si riescono a distinguere diverse influenze, tra le quali si possono sicuramente citare Cynic, Meshuggah, The Ocean e Periphery. In questo terzo album però, come già detto, la componente musicale è arricchita da un concept legato al tema del viaggio, introdotto da un art work suggestivo ed un packaging mozzafiato. La tracklist è costituita da otto brani tra loro connessi ma suddivisi in quattro blocchi corrispondenti ai punti cardinali. La narrazione musicale viene poi approfondita da dialoghi, che svolgono una parte decisamente importante nel tessere le trame del disco: si alternano infatti tre diversi narratori parlanti francese, spagnolo ed inglese. Emerge così in particolare l’efficacia dei molto ben architettati momenti acustici e atmosferici, nei quali le voci dei narratori riescono splendidamente a trasmettere emozioni.
Non finisce qui ovviamente: a intervallare la narrazione spuntano lunghi incisi djent di una pesantezza inaudita. I breakdown presenti sono duri e monolitici quanto quelli di una band deathcore, per di più caratterizzati da una tecnica e un’esecuzione sopraffina. Tra tutti gli esempi dell’ecletticità e della consapevolezza compositiva degli Hypno5e scegliamo in particolare due brani. “West Shore – Where We Lost The Ones” si apre con una misteriosa atmosfera post-rock che cede il passo ad un djent caratterizzato da riff pachidermici, dissonanti e schizofrenici, che quasi ricordano i The Dillinger Escape Plan. Il cantato sporco è in pieno stile hardcore, mentre quello pulito in stile Cynic. “Central Shore – Tio” è invece un brano struggente, cantato in spagnolo. Solo voce, chitarra e una leggera batteria nella parte finale; niente di più. Il testo è drammatico e macabro, l’atmosfera apparentemente leggera risulta in breve tempo soffocante. È certamente questo il brano più duro e ipnotico dell’intero disco.
Shores Of The Abstract Line è un lavoro che lascia sbalorditi per l’originalità e la complessità della trama narrativa. D’altronde, nel roster della Pelagic Records è difficile trovare qualcosa di banale o poco interessante.
(Pelagic Records, 2016)
01. East Shore – Landscape In The Mist
02. East Shore – In Our Deaf Lands
03. West Shore – Where We Lost the Ones
04. West Shore – Memories
05. Central Shore – Tio
06. North Shore – The Abstract Line
07. North Shore – Sea Made of Crosses
08. South Shore – Blind Man’s Eye