Sempre fedeli alla loro integrità e alla loro affezione patologica di eternamente dannati dal 1994, i blacksters norvegesi Ragnarok tornano a pizzicare la nostra curiosità con questa nuova fatica, dal titolo emblematico Psychopathology. I Ragnarok sono sempre stati dei maestri nel colpire la sfera cognitiva, umorale e affettiva e non hanno certo bisogno di ulteriori presentazioni; per questo disco, tuttavia la line up ha subito qualche modifica: il batterista Jontho è passato al ruolo di frontman in seguito alla separazione amichevole con Hans Fyrste, mentre il nuovo fabbro dietro le pelli è Malignant dei Dauden. Una sicurezza. Come sempre l’artwork è spaventoso e affascinante allo stesso tempo: sembra quasi raffigurare tutti i disturbi mentali che una persona possa subire.
Voci sofferenti e malsane ci danno il benvenuto in “Dominance & Submission”, neanche fossimo nell’Inferno di dantesca memoria. Subito dopo si palesano chitarre aperte e super-sature, prepotentemente sorrette dall’incalzante drumming del signor Malignant. Appare chiaro in breve tempo come l’intero disco sia caratterizzato da un’aria altamente ansiogena e schizoide che non lascia mai prendere fiato all’ascoltatore. La titletrack è una bordata tremenda, con un tiro pazzesco: Davvero accattivante è il muscoloso riff iniziale e ineccepibili le vocals di Jontho, i suoi scream riescono perfettamente nell’intendo di rendere l’atmosfera molto tetra. Un’altra caratteristica evidente nel sound dei Ragnarok è lo stile black anni 90 molto presente, con dei tremolo picking d’altri tempi e notevoli blast-beats. Si nota con piacere come l’ex Dauden si sia pienamente amalgamato nel gruppo, suonando con perizia e ferocia ogni sezione del disco. Il basso invece, che in passato ricopriva un ruolo più importante, purtroppo è un po’ nascosto dietro la potente batteria e le chitarre.
Chiudiamo segnalando altri due episodi in particolare. “The Eight Of The Seven Plagues” è il tipico brano bipolare, che inizia con un ritmo lento e cadenzato per poi tramutarsi in una furia cieca di blast-beats e scream al vetriolo. Il viaggio dei disturbi mentali termina con la conclusiva “Where Dreams Go To Die”, brano caratterizzato da riff di chitarra impulsivi e frenetici di puro stampo black metal.
Psychopathology è davvero un disco ben fatto e un gradito ritorno sulle scene, che testimonia l’affidabilità della nuova line-up. Quando si pronuncia la parola Norvegia viene lecito pensare subito a grandi band del calibro di Emperor, Gorgoroth, Darkthrone o Mayhem, ma ci sentiamo di serbare grande rispetto pure per i Ragnarok, considerata la loro storia e la gavetta che hanno alle spalle.
(Agonia Records, 2016)
01. Dominance & Submission
02. I Hate
03. Psychopathology
04. My Creator
05. Infernal Majesty
06. Heretic
07. Into The Abyss
08. The Eighth Of The Seven Plagues
09. Lies
10. Blood
11. Where Dreams Come To Die