Ci sono solo due modi per farsi notare all’interno dell’affollato mercato del noise rock: essere illuminanti o fare un gran botto, tanto da colpire duro e lasciare il segno. I Bardus, power trio dalla Pennsylvania, non brillano certamente di luce propria ma in quanto a rumore si sanno fare sentire eccome.
Seguendo le minuziose istruzioni lasciate da ingegneri come Chris Spencer, King Buzzo o Page Hamilton, e mettendo in pratica i loro manuali scritti negli anni Novanta, la band americana ha costruito un ordigno ben assemblato pronto ad esploderci direttamente nelle orecchie.
Il secondo album dei Bardus, Stella Porta, si basa principalmente sull’impatto sonoro; il loro è uno sludge diretto, primitivo e viscido trasportato da urla inferocite e battagliere e richiami psych rock. Le novità nel campo del noise sono ben poche, ma la personalità arcigna degli statunitensi è ben presente nell’album, le idee sono chiare e l’avvolgente muro sonoro è appagante.
Un altro tassello dunque nella proposta della Solar Flare Records, che dopo gli ultimi album di Pigs e Sofy Major sembra completare con Stella Porta un trittico dedicato a quelle sonorità, forgiate da Unsane e Melvins, alle quali ognuno di questi gruppi ha dato una sua personale interpretazione.
(Solar Flare Records, 2016)
1. Smoke Bath
2. Monolith
3. Sky King
4. Transcendence
5. Haze
6. Oracle
7. Clandestine