Dietro il nome Fragment si cela il polistrumentista francese Thierry Arnal, senza dubbio un grande fan di Justin Broadrick; in particolare dell’ultimo Broadrick, quello che da oltre un decennio pubblica splendidi dischi a nome Jesu.
Nothing Will Ever Be The Same è un disco diretto negli intenti e molto chiaro nella forma: un post rock impalpabile, limitato da pochi, smussati spigoli industrial e inondato da frequenti rigurgiti shoegaze. Su questa persistente coltre di dolce nebbia si staglia, eterea e malinconica, la voce di Arnal, che, per quanto espressiva, risulta spesso priva del carisma che contraddistingue Broadrick. Il confronto è certamente poco simpatico, ma risulta inevitabile, specialmente alla luce di una storia, quella del progetto Fragment, lunga oltre dieci anni, ma sempre vissuta all’ombra del ben più noto musicista britannico. Nothing Will Ever Be The Same, infatti, nel suo essere generalmente buono ma privo di reali picchi, è lo specchio perfetto della carriera di un onesto mestierante incapace di fare un deciso salto di qualità.
Pare che questo quinto full-length sarà anche l’ultimo a nome Fragment: non possiamo parlare di un glorioso canto del cigno o di un triste addio, quanto piuttosto di una conferma delle qualità e dei difetti di un progetto comunque valido e molto “umano”. Speriamo che nelle sue prossime espressioni musicali Thierry Arnal sia capace di andare oltre i propri limiti, perché il ragazzo ha certamente qualcosa da dire; il suo unico, grande problema è che l’ha già detto qualcun altro.
(Atypeek Music, 2016)
1. Before The Curtain Falls
2. Got To Let You Go
3. Lose Yourself
4. Nothing Will Ever Be The Same
5.With Eagle’s Claws
6. Left Behind
7. In Silence