Seconda opera per i tedeschi Bait, compagine che si inserisce nel ricco filone che si muove tra post-hardcore, crust e suggestioni black, sulla scia tracciata nel paese teutonico da Alpinist e Downfall Of Gaia. La band di Wurzburg prende come riferimento più frequente gli immancabili Converge (quelli meno isterici), abbinandovi passaggi dal marcato sapore di black svedese. Questo EP di cinque pezzi ci presenta una band ancora in fase di maturazione: i Bait danno il meglio di sé quando premono sull’acceleratore, come nell’iniziale “Nihil” e nella prima parte di “Inner War”; la quale però, inspiegabilmente, raggiunge quasi i nove minuti di durata. Ecco, proprio nella deliberata volontà di dilatare i tempi, costruendovi melodie malinconiche e claustrofobiche (non sempre azzeccate), riscontriamo il principale limite della band tedesca, che non ci sembra a suo agio con certe soluzioni (come nella conclusiva “Leviathan II”). Altrove, come detto, quando invece le briglie vengono sciolte, ad esempio nell’attacco della title-track, i Bait dimostrano un dinamismo ritmico assai interessante e affatto banale. Ci sembra insomma che esista una sorta di dicotomia tra le due anime della band, una più furiosa, l’altra più riflessiva: ma non ancora ben amalgamate e, soprattutto, non di pari efficacia.
Sunburst risulta comunque un’opera interessante, pur con i limiti menzionati: se apprezzate questo tipo di sonorità, dunque, tenete d’occhio il combo tedesco, che nelle prossime release promette di avere qualcosa di buono da dire.
(WOOAAARGH, 2016)
1. Nihil
2. Inner War
3. Sunburst
4. In the Absence of Light
5. Leviathan II