In una stranamente caldissima serata di metà settembre mi ritrovai in un’angusta e buia sala concerti al Cassiopeia di Berlino, per assistere ad una delle date del tour di Intronaut, Obsidian Kingdom e Shining. La band di Jørgen Munkeby presentava alcuni vecchi “classici”, un brano inedito e tre o quattro canzoni di International Blackjazz Society, album ormai datato ottobre 2015. Quale migliore spunto per iniziare questa recensione?
L’esecuzione on stage ha dato prova di un ulteriore salto di qualità del progetto: sebbene One One One fosse molto ben conosciuto, almeno alle prime file della sala, International Blackjazz Society è riuscito a coinvolgere maggiormente il pubblico, con la sua rinnovata energia industrial sapientemente miscelata al gusto per il jazz e i ritmi che tanto fanno pensare al rock acrobatico stile anni Cinquanta.
Le diverse sonorità dei brani in scaletta erano chiaramente percepibili all’ascolto: nella “nuova” release le composizioni sono più fluide, i cambi di tempo e le varie “improvvisazioni”, chiamiamole così, sono amalgamate in maniera da non risultare mai forzate, dimostrando ancora una volta l’elevato tecnicismo il gusto compositivo per cui è rinomata la band.
È questo il punto di forza dell’album: gli Shining non rinnegano le loro radici ma in International Blackjazz Society scivolano pian piano verso una struttura delle canzoni più organica, più “ballabile” e sì, anche fruibile: insomma, non troppo fluida né troppo arzigogolata. I Nostri forniscono un nuovo punto di vista sul black jazz, genere di cui sono gli indubbi precursori, rimpinzando l’opera di pause apparentemente fuori contesto, ritmi sincopati, cambi di stile magistrali, esplosioni di batteria e intramontabili solo di sassofono.
Dopo il leggendario periodo degli anni ‘90 assistiamo nel paese scandinavo alla nascita di una nuova corrente, forse definibile new Norwegian Progressive Metal, nella quale possiamo includere nomi della scena vecchi e nuovi (da Ihsahn ai Delvoid, passando per i Manes); tra questi gli Shining si aggiudicano un loro angolo personale, grazie al loro percorso artistico originale e uno stile ricercato e inconfondibile.
(Spinefarm/Universal,2015)
1. Admittance
2.The Last Stand
3.Burn It All
4.Last Day
5.Thousand Eyes
6.House of Warship
7.House of Control
8.Church of Endurance
9.Need
9.0