Dalla Gran Bretagna arriva una delle proposte più malsane, pesanti e tetre del da poco concluso 2016: gli Uncoffined, death/doom band composta per lo più da membri dei death/crusters Winds of Genocide (autori di un ottimo album di debutto nel 2015), ci consegnano un album che è una mazzata di un’ora di pesantissimo death/doom dritto allo stomaco.
I cinque famelici brani, tutti al di sopra dei dieci minuti, ci accompagnano nei meandri più tetri della nostra psiche. I riff e le liriche attingono a piene mani da band di culto del filone death doom più malsano, quali gli Hooded Menace o i giapponesi Coffins, il tutto infarcito da intro tratte da film dell’orrore tanto care alla cinematografia del genere negli anni ’70.
La voce tetra e profonda della bionda Kat gela il sangue per tutta la durata del disco, le composizioni, come detto, sono più lunghe rispetto al debutto: Ceremonies of Morbidity non farà che ammaliare gli amanti di queste sonorità dilatate. Fate dunque vostro questo disco se siete seguaci del metal più putrido e malsano: gli Uncoffined sapranno come soddisfare le vostre orecchie desiderose di doom.
(Memento Mori, 2016)
1.The Horros of Highgate
2.Plagueof the Uncoffined
3.Ceremonies of Morbidity
4.Ill Omens of Death and Disease
5.Awakened from Their Dormant Slumber