Dalle viscere della nostra Capitale debuttano gli Unison Theory con Arctos, concept album che rende omaggio al thriller di James Rollins. Molto gradevole l’artwork, che impreziosisce senza dubbio il disco, un concentrato di tech death contaminato da altre influenze molto vicine al metal moderno. A sprazzi pare di ascoltare un ibrido tra i Meshuggah e gli Arsis.
Una intro melodica apre questo mastodontico album. Le atmosfere sono apparentemente calme e placide, ma la furia cieca del trio non tarda a farsi sentire e nella stessa traccia di benvenuto, dal titolo “Deepeye”, si scatena un forsennato pandemonio in salsa tipicamente death metal moderno. Già dalle prime manciate di brani si comprende l’ottima tecnica e coesione del combo italico. Sfuriate tech death da far ingolosire tutti gli amanti onanistici della tecnica si susseguono alternate con breakdown dal gusto djent. Il disco è impreziosito dalla parte solista di Rafael Trujillo degli Obscura nel secondo brano “Omega”, mentre un altro gradito ospite è Tommaso Riccardi dei Fleshgod Apocalypse in “Project Shockwave”, pezzo strutturato sopra un impressionante muro sonoro. Nota di merito agli assoli di chitarra, sempre sublimi ed azzeccati.
Arctos è un bellissimo esordio per gli Unison Theory, che si sono rivelati capaci di regalarci una tracklist varia e omogenea, aiutati dalle sapienti mani di Marco Mastrobuono per quanto riguarda la produzione, a dir poco cristallina. Non possiamo che consigliare questa band sia a tutti gli amanti del technical death metal in stile Obscura o Arsis sia a coloro che amano il metal moderno e il djent. Inoltre i ragazzi sono italiani, e questo è un valido motivo in più per scoprirli. Onestamente non vediamo l’ora di ascoltare qualcos’altro da questa band.
(Time To Kill Records, 2016)
1. DeepEye
2. Omega feat. Rafael Trujillo (Obscura)
3. Arrigetch: The Devil’s Passage
4. Project Shockwave feat. Tommaso Riccardi (Fleshgod Apocalypse)
5. Grendel
6. Level IV
7. Polar Sentinel
8. The Price Of Eternity