Dopo tre anni di studio ed al termine di una proficua raccolta di samples sonori ed idee, il 9 dicembre 2016 ha salutato l’uscita di Creatura, l’ultimo degli otto album – split ed EP esclusi dal computo – firmati OvO, l’inconsueto duo formato da Stefania Pedretti (voce e chitarra) e Bruno Dorella (batteria, synth e drum-machines) che questa volta viene pubblicato dall’etichetta fiorentina Dio Drone.
Polimorfa ed acusticamente caustica è la Creatura che per tre anni si è nutrita di incubi demoniaci, incubata nel ventre di quel nero Abisso creato precedentemente dal duo, e che finalmente ha visto la luce per poterla infestare con la propria oscurità fatta dai torbidi brandelli di un immaginario folle, malevolo ed esoterico; concetto chiarito già dall’artwork di Coito Negato (ovvero Stefano Matteoli), illustratore in stretta collaborazione con Dio Drone. Nell’opera grafica, realizzata sviluppando un’idea di Stefania Pedretti, una fiera ancestrale sorge dal gorgo nero di un abisso per incrociare finalmente il suo destino con quello delle stelle: il risultato scaturito è un eccellente mix grafico di simbologie arcaiche, iconografie divinatorie ed incubi ancestrali.
Creatura è un album polimorfo, in continua mutazione, inclassificabile come il sound che ha fatto della band un’icona del nuovo mondo noise rock; è un miscuglio sonoro ricercato ed aberrante composto con tecniche ibride proprie del rock e della musica elettronica: voci indemoniate, chitarre imponenti, batterie minimali e martellanti, samples raccolti dalla Pedretti durante il tour in Vietnam e poi campionati in sede di registrazione. A questi si aggiungono drum-machines e synth, basi elettroniche oscillanti tra il drone, l’industrial e il trip hop assemblate da Dorella e da Garaliya (ovvero i Morkobot), Riccardo Gamondi (Uochi Toki), Stefano Ghittoni (Dining Rooms), a034, Reeks (Surgical Beat Bros, No Hay Banda Trio, Germanotta Youth).
L’album è stato registrato da Lorenzo Stecconi in un capannone di solito utilizzato da compagnie teatrali, mixato da Giulio Favero e completato dal mastering di Giovanni Versari. Il risultato sono le eccellenti evoluzioni umorali, spesso eterogenee, che incedono al susseguirsi delle undici tracce: esempi di ciò sono i disarmanti muri sonori di “Satanam” ed “Eternal Freak”, l’ipnotica atmosfera black-noise di “March Of The Freaks”, gli inserti trip hop ed industrial di “Matriarcale” e di “Buco Nero”, l’atmosfera diradante di “Buco Bianco”.
Questi quarantuno minuti di musica oscura e delirante, tribale ed ancestrale, esoterica e demoniaca sono indubbiamente la risposta di un duo che sin dagli esordi non ha mai esitato un istante prima di esprimere, oltre al proprio inferno interiore, la natura sperimentale ed inclassificabile del proprio talento musicale, confermandone l’unicità ad ogni esibizione dal vivo – un insieme, questo, che conta ormai quasi mille performances in tutto il mondo – ad ogni nuova pubblicazione e durante il lungo arco dei loro diciassette anni di carriera.
(Dio Drone, 2016)
1. Satanam
2. Eernal Freak
3. Creatura
4. Matriarcale
5. Zombie Stomp
6. Buco Nero
7. Buco Bianco
8. Immondo
9. Freakout
10. Bell’s Hell
11. March of the Freaks