Instancabili, gli Ancst tornano con questo EP a meno di un anno dal full-length Moloch: in cinque anni è la loro quindicesima release, una sorta di bulimia compositiva che sinora, però, ha mantenuto livelli più che discreti.
Ciò può dirsi per questo Furnace, che segue davvero da vicino la precedente uscita: le coordinate su cui si muovono i tedeschi sono ormai consolidate, tra black, crust e death/grind. Le cinque tracce (più l’intro “Away from Atrophy”) seguono talmente da vicino lo stile di Moloch da far pensare che si tratti persino di outtakes, con le uniche (relativamente) rilevanti differenze nella maggiore propensione alla brutalità grind (“Urban Tomb”, almeno nella sua parte iniziale) e in qualche incursione nel black più retrò, diciamo di sentore novantiano.
Ciò che continua ad impressionarci degli Ancst è la mai sopita urgenza compositiva, non indebolita dalle frequenti uscite, e capace comunque di produrre sempre buone proposte. Furnace non ci sembra tuttavia nulla più che un prodotto per i die-hard fans del combo tedesco, e soprattutto, dal punto di vista della band, un veicolo promozionale per l’ennesimo tour. È lecito domandarsi se assisteremo mai a particolati svolte nello stile dei Nostri; cosa che però, a questo punto, dubitiamo rientri nei loro piani.
(Vendetta Records, Yehonala Tapes, 2017)
1. Away from Atrophy
2. Urban Tomb
3. Chronicles of Emptiness
4. Broken Oath
5. In Stone
6. Cadence