A chi mancano i Bolt Thrower? Bè, se siete persone appena appena decenti vi dovrebbero mancare moltissimo. Dopo aver atteso per dieci anni il sequel dello splendido Those Once Loyal (2005), gli appassionati di death metal di tutto il mondo hanno dovuto salutare per sempre la bestia di Birmingham dopo la morte del batterista Martin Kearns (a cui questo disco è dedicato) nel 2015. Niente più dischi e niente più live, fronte su cui la band britannica aveva continuato a dare il meglio di sé anche in assenza di nuove uscite. A riempire il vuoto ci provano oggi i Memoriam, band che riunisce lo storico singer dei Bolt Thrower, Karl Willets, insieme ad un ex BT (il batterista Andrew Whale) e due componenti dei Benediction, altra storica band del death britannico. Logico che l’attesa per il debutto sulla lunga distanza dei Memoriam fosse molto alta: era lecito aspettarsi che essi fossero i più degni continuatori della band madre di Willets.
Il risultato è, sfortunatamente, molto, molto distante dalle attese. For the Fallen è un modesto disco death metal, poco ispirato, che sembra essere stato buttato giù in quattro e quattr’otto da ragazzini alle prime armi, piuttosto che da quattro veterani del genere. Le canzoni tentano di riproporre l’epica e la marzialità dei Bolt Thrower, purtroppo senza nemmeno avvicinarcisi: i pezzi si incagliano tragicamente su riff di una semplicità disarmante, e, costantemente incanalati su mid-tempo privi di mordente e dinamismo, non prendono mai il volo. È assai difficile approfondire la disamina perché non c’è davvero molto altro da dire. Le canzoni non riescono ad essere brutali e nemmeno sono dotate di melodie efficaci, punti di forza questi tipici dei Bolt Thrower che qui non si ritrovano minimamente. Aggiungiamo che i Nostri non hanno avuto il senso della misura ed hanno prolungato al di là di qualsiasi possibile giustificazione il minutaggio, e non è un caso che l’unico pezzo appena decente sia “Surrounded (By Death)”, che rimane sotto i quattro minuti. Dulcis in fundo, per così dire, la svociatissima prova di Willets, tuttavia comprensibile dato che ha passato i cinquant’anni (di cui oltre trenta a urlare in growl: eroico).
Considerate le aspettative ed il curriculum dei quattro musicisti, siamo di fronte ad un disastro davvero inaspettato. La parziale consolazione è che l’attività dei Memoriam ha preso il via a spron battuto sin dalla fondazione, appena un anno fa: dunque la speranza è che, fatti i tour di rito, la band inglese torni in sala prove e – stavolta senza affrettare i tempi – tiri fuori un secondo album quantomeno degno delle due band di riferimento.
(Nuclear Blast, 2017)
1. Memoriam
2. War Rages On
3. Reduced to Zero
4. Corrupted System
5. Flatline
6. Surrounded (By Death)
7. Resistance
8. Last Words