Lasciando da parte gli act musicali che riescono a fare della propria arte un lavoro, e che riescono di conseguenza a pubblicare un discreto (con alcuni casi in cui si raggiunge l’eccessivo) numero di dischi, EPs e via dicendo, la maggior parte dei musicisti convive con lavori regolari per mantenersi e la cadenza delle uscite crolla di conseguenza. D’altra parte si tende a collegare l’eccessiva prolificità di un artista con un decremento della qualità, mentre una scarsa o modesta prolificità (anche per i motivi sopra citati) porta il pensiero nella direzione opposta. Nel caso degli italiani Obscure Devotion è abbastanza frustrante confermare il contrario di questa tendenza.
Il penultimo (e secondo) lavoro dei nostri, tale …Of Darkness, Death and Faith, risale al 2006 e presentava quella che era una piacevole vena compositiva che univa il black/death anni ’90 con risvolti melodici e a tratti depressive. Purtroppo col nuovo Ubi Certa Pax Est le aspettative non vengono ripagate dai risultati. In primis i suoni, che tendono ad una equalizzazione più fredda e di conseguenza secca, stacchi arpeggiati e melodici spesso di buona fattura, ma quasi fuori contesto, e uno stile maggiormente fossilizzato su soluzioni già sentite e definibili standard.
Nel complesso non si tratta di un pessimo lavoro ma considerando le potenzialità mostrate in passato una simile virata non era del tutto aspettata. I nostalgici della scena black italiana si facciano avanti, gli altri solo se proprio incuriositi o appassionati a tutto tondo del genere.
(Third I Rex Records, 2017)
1. Meet the Sorrow (intro)
2. Ubi Certa Pax Est
3. Burning Blades of Frozen Tears
4. Dreaming a Dead Home
5. The Sign of Pain
6. On Butterfly Wings
7. Arrivederci Pt. I
8. Arrivederci Pt. II
9. Beyond The Flesh
10. Last Embrace (Outro)