Il panorama mathcore accoglie un nuovo arrivo verso la fine del 2016: Meta. Terzo album in studio dei Car Bomb, questo disco è la prima uscita indipendente del quartetto americano. Meta presenta la metrica e le dissonanze tipiche del genere, con linee ritmiche tendenti al progressive metal moderno e variazioni che sfociano quasi nel beatdown. Non si può non pensare ai Meshuggah ascoltando certi riff, e i momenti solisti della chitarra ricordano un arrangiamento su corde della caotica musica elettronica di Aphex Twin, ma i rimandi ad altri artisti non rovinano l’originalità del disco. L’ascolto è un piacere per le orecchie, grazie al fenomenale mixaggio che rende chiaro, pulito e ben distinguibile ogni strumento, dimostrando un progresso nella qualità del suono rispetto ai lavori precedenti.
Meta si apre con “From the Dust of this Planet”, classica traccia iniziale per un disco mathcore con intermezzi di voce pulita e una strumentale che va a risolvere le dissonanze. “Nonagon” dimostra invece la cura nel mixaggio di cui si parlava prima, mentre “Gratitude” ci mostra come i Car Bomb riescano con poco a richiamare atmosfere quasi screamo nella gestione dell’introduzione del brano. “Constant Sleep” riesce invece a riassumere lo stile dell’intero album, essendo un episodio molto cangiante e variegato: è il brano più invitante e soddisfacente del disco. Il gruppo si è divertito a giocare con variazioni di tempo e metrica, come si può constatare in “Cenotaph”, dove troviamo un’influenza beatdown. La chiusura dell’album è il brano “Infinite Sun”, che riprende in sonorità e struttura la prima traccia del disco.
In conclusione si può definire Meta un album originale, molto valido e soprattutto soddisfacente, lontano dal ripetitivo e che difficilmente può stancare all’ascolto.
(Autoproduzione, 2016)
1. From the Dust of This Planet
2. Secret Within
3. Nonagon
4. Gratitude
5. Constant Sleep
6. The Oppressor
7. Black Blood
8. Sets
9. Cenotaph
10. Lights Out
11. Infinite Sun