Tra le uscite più attese di questo 2017 spicca decisamente la terza fatica targata Vallenfyre, combo britannico capitanato da Greg Mackintosh, chitarrista e fondatore di quella storica compagine che prende il nome di Paradise Lost – anch’essi, tra l’altro, in attesa di pubblicare un nuovo album, successore dell’ottimo The Plague Within. Qui le coordinate sono totalmente diverse dalla band madre: il buon Greg, da sempre amante di sonorità putride e ignoranti, mette allo scoperto l’anima di chi ha visto e vissuto in prima persona la nascita del punk più estremo, regalando agli ascoltatori un disco di bastardissimo death/grind marcio, violento e con venature crust figlie di gruppi come i conterranei Doom e gli svedesi Driller Killer.
Fear Those Who Fear Him si apre, dopo un furioso intro, con la violenta “Messiah” che assieme a brani come “Nihilist” e “Dead World Breathes” paga il tributo a band come i californiani Terrorizer sputando fuori tutta la rabbia nichilista del grindcore. Non mancano i passaggi più puramente doom-oriented: “An Apathetic Grave” e soprattutto “Cursed from the Womb” sono due gioielli di death rallentato, vera testimonianza della band di sapersi esprimere anche in brani meno furiosi e più ragionati. Il suono e la produzione stessa sono volutamente grezzi e brutali, in linea con ciò che ha di recente dichiarato lo stesso Mackintosh: con questa band sta ricercando, album dopo album, un suono sempre più barbaro e primitivo in grande controtendenza per le band attuali.
Dopo lo strepitoso Splinters (2015) i Vellenfyre si riconfermano una solidissima realtà, rilasciando un album che probabilmente è già tra i top annuali per chi scrive e, ne siamo convinti, anche per voi lettori. Monumentali.
(Century Media Records, 2017)
01. Born To Decay
02. Messiah
03. Degeneration
04. An Apathetic Grave
05. Nihilist
06. Amongst The Filth
07. Kill All Your Masters
08. The Merciless Tide
09. Dead World Breathes
10. Soldier Of Christ
11. Cursed From The Womb
12. Temple Of Rats