La San Francisco Bay Area è notoriamente terreno fertile per la nascita di nuove realtà estreme. Culla soprattutto di certo thrash metal, le città attorno a San Francisco hanno dato natali a band che hanno fatto la storia della musica rumorosa: per non citare i soliti Metallica, andiamo dai seminali Exodus fino alle sonorità grezze e bastarde di band come i Possessed, tra i primissimi a incattivire il thrash metal rendendolo death, senza dimenticare gli Autopsy, padrini del gore death metal. Da questo underground violento – in tutti i sensi, essendo Oakland riconosciuta come una delle città più difficili d’America – nascono gli Extremity, qui al loro debutto. I quattro sono tutti volti noti della scena estrema californiana: le vocals e le chitarre sono condivise tra Marissa Rodriguez, già nei grinders Cretin ed ex-Repulsion, e da Shelby Lermo degli ottimi Vastum.
Extremely Fucking Dead è un disco di assoluta violenza, totale tributo malsano e riuscitissimo a band come Bolt Thrower, soprattutto quelli degli esordi, vicini ad ambienti grind/crust, con chitarre dal riffing grasso e corposo che ricordano i già citati Autopsy. Importante anche l’influenza dei Carcass, citati sia da ampi respiri chitarristici che danno un tocco raffinato e melodico al lavoro, sia da parti più grind come la title-track, che potrebbe essere un brano uscito da Symphonies of Sickness.
L’album sembra designato per prendere a cazzotti in faccia l’ascoltatore senza fare prigionieri, grazie alla forza che i quattro riescono ad esprimere tra i solchi di queste tracce di spietato e rozzo death metal old school. Degna di nota anche la bellissima copertina tratta da una tela del 1818 di Théodore Géricault (in un certo senso antesignano della pittura gore) che rende benissimo l’idea di ciò che questi quattro ceffi vogliono esprimere nel loro disco. Assolutamente promossi.
(20 Buck Spin Records, 2017)
1.Intro (Mortuus Est Valde)
2.Crepuscular Crescendo
3.Bestial Destiny
4.Chalice Of Pus
6.Fatal Immortality
7.Extremely Fucking Dead