Il Belgio è una fucina di band eclettiche soprattutto nell’ambito dell’indie rock. Da qui vengono anche i Billions Of Comrades, quattro ragazzi che al loro secondo album, di solito il più difficile, affermano la loro bravura nel saper gestire più impronte musicali, sfruttando un caleidoscopico sound che ancora una volta unisce suoni elettronici ed elettrici.
I Billions Of Comrades si fanno voler bene nelle prime tracce: la seconda, “Minor”, oltre ad essere il primo singolo estratto dell’album è anche il pezzo più “violento”, basato su giri di basso post punk a trainare repentine stilettate elettroniche che puntano ad ossessionare ed a coinvolgere l’ascoltatore in un pezzo davvero party hard. Rondate prosegue purtroppo con pezzi non sempre convincenti. Alcuni di quelli prettamente strumentali, come “Posse”, sembrano dei riempitivi che sarebbero potuti risultare utili in un album più corposo, non in un’opera composta da sole sette tracce, di cui gli ascolti migliori rimangono il punk funk in stile LCD Soundsystem di “Torche” e la pazza “Moak” con i suoi ritmi veloci, i cori pop e le tastiere nevrotiche.
In definitiva questo Rondate si presenta come un album che ha poco equilibrio: i Billions of Comrades ballano tra l’essere troppo folli oppure troppo morbidi, producendo pezzi piacevoli che a volte suonano però un po’ troppo datati e che sembrano non avere un vero e proprio collante che renda il tutto eccellente. Consigliato solamente agli ascoltatori della musica anni 2000 in stile !!! (Chk,Chk Chk) e Supersystem che continuano a trovare le sonorità elettropop interessanti ancora oggi.
(Black Basset Records, 2016)
1. Echidna
2. Minor
3. Posse
4. Rondate
5. Moak
6. Torche
7. Sheval