Black Laden Crow, undicesimo album in studio nella carriera di Danzig, è composto da nove brani ed una buona parte di essi sono molto lenti ma non privi di assoli e riff dove Tommy Victor (Prong) riesce a coagularsi bene con la voce di Glenn, accompagnandolo in ogni momento ed evidenziando ciò che ha sempre proposto musicalmente il Nostro, ovvero musica nera e schiva.
L’album si apre con il brano omonimo, dove la sempre cupa e tetra voce di Danzig ci accompagna in un pezzo tristemente epico e tagliente che funge da entrata per accedere all’undicesimo lavoro della band. Tra tutti i brani evidenziamo le seducenti e toccanti “Last Ride” e “Pull The Sun”, l’incalzante e tetra “The Whiching Hour” (pezzo che riporta ai tempi d’oro della band) e la potente e stordente “But At Nigthmare”.
Di anni ne sono passati davvero tanti dai primi tre album capolavoro della band, ma nel complesso questo disco, nonostante una registrazione non eccellente e una prova dietro alle pelli mediocre, non suona male e si orienta, a differenza dei lavori precedenti, su cadenze prettamente funeree strettamente marcate dalla voce di Glenn che appare sempre valida. Anche se non possiamo nascondere il fatto che gli anni passano anche per lui, esterniamo il massimo rispetto e stima per questa band che è ancora dignitosamente in piedi dopo quasi trent’anni di attività.
(AFM Records, 2017)
1. Black Laden Crown
2. Eyes Ripping Fire
3. Devil On Hwy 9
4. Last Ride
5. The Witching Hour
6. But a Nightmare
7. Skulls & Daisies
8. Blackness Falls
9. Pull the Sun
7,5