Uno dei timori più grandi degli uomini saggi, una volta eclissata la paura della propria morte, è sopravvivere ai propri cari, specialmente nel caso si tratti dei propri figli. Al di fuori degli auspici genitoriali, la perdita di un punto di riferimento nella propria vita coglie spesso impreparati i figli stessi e il dolore non è certamente meno intenso. Dietro il nome Christine si cela questo e molto altro, voglia di somatizzare un dolore atavico, elaborare una perdita, riscattare il proprio animo. Se il nome in sé potrebbe risultare nuovo, tale non è la mente dietro tale progetto, ovvero Marco Landi, già in forze nel progetto avant-garde Aseptic White Age. Qui però distante anni luce dalle acrobazie musicali del progetto citato, tra fluttuazioni plumbee ed atmosfere estremamente intime.
All Those Years We Weren’t Together è un disco elegante, etereo e delicato. Partendo da radici neo-folk (di derivazione neoclassica), adagiandosi su trame di chitarra classica e arricchendo man mano con svariati elementi, Landi ci mostra l’intimità di chi soffre ma che con sensibilità e gusto riesce a dare forma ad un concetto antico e quasi impalpabile. Si alternano sezioni più orientaleggianti (complice la presenza del sitar), altre maggiormente soft jazz ed altre maggiormente d’atmosfera, con voci evanescenti sia in vece di voce esterna narrante sia come cori distanti ed infine synth che permeano tutto di una leggera nebbia che s’insinua in ogni traccia. Ciò che si ottiene è un disco estremamente vario che però mantiene una sua certa semplicità, un leitmotiv chiaro fin dalla prima traccia che si snoda in svariate sfumature e diversi percorsi simili di traccia in traccia.
Christine non è un progetto a cui si può rimanere indifferenti, la sensibilità mostrata nella composizione e la capacità di conglomerare tanti diversi elementi rende All Those Years… un ottimo lavoro, che però non si cura tanto della tecnica quanto dell’emozionalità che sa/può trasmettere. Si tratta pertanto di un progetto dalle molte sfumature e dai molti usi, sia che vogliate un ascolto fine sia che vogliate riempirvi la giornata con emozioni e ricordi.
(Autoprodotto, 2017)
1. Slow Blood
2. White Rest
3. The Deafening Silence
4. The Expected Farewell
5. Rougher Ashes