I TesseracT sono una di quelle band che si sono costruite nel tempo creando, sperimentando e portando al limite il loro muro musicale. Sono considerati tra i padri fondatori del djent, ma ovviamente la loro musica non è solo djent, anzi molto di più. Questo quarto lavoro è differente dagli altri e pertanto hanno deciso di intitolarlo Sonder. Cosa vuol dire? Ai più potrebbe sembrare una parola priva di significato, ma non è del tutto corretto, infatti i Nostri si basano sul “Dizionario dei Dolori Oscuri” di John Koenig, in cui il termine indica la presa di coscienza del fatto che ognuno ha la propria storia, personale e complessa. Già prima di ascoltare il loro ultimo lavoro eravamo molto incuriositi, ma adesso addentriamoci nel loro universo musicale.
Sonder è il loro disco più breve, infatti dura solamente 36 minuti, ma è carico di emozioni e intensità. I muri sonori impattano con il primo brano “Luminary” in una violenza abrasiva per poi cedere il passo ad un ritornello molto melodico ed orecchiabile. Un’opener veramente azzeccata. Il resto del loro lavoro naviga tra canzoni tormentate e cupe, ad esempio “King” e “Juno”. La produzione è stellare e riesce a tradurre bene l’idea che hanno in testa i Nostri. Daniel Tompkins è il perfetto interprete per la musica del combo americana, dolce e soave quando serve, dura e vetrosa nelle parti più serrate. Brano molto particolare la conclusiva “The Arrow”, quasi pop per certi versi. Nota di merito per i testi, molto profondi, che trattano dell’arte della comunicazione per non perdere il contatto con il resto del mondo.
Un disco molto interessante, che va ascoltato diverse volte per poterne godere appieno. Senza dubbio i TesseracT sono sempre in grado di sorprendere gli ascoltatori con la loro proposta molto coinvolgente e ben eseguita. Promossi anche questa volta.
(Kscope, 2018)
01. Luminary
02. King
03. Orbital
04. Juno
05. Beneath My Skin
06. Mirror Image
07. Smile
08. The Arrow