Continua senza sosta la progressiva crescita dei Full Of Hell con questo Weeping Choir che, tra le altre cose, segna il loro passaggio dalla Profound Lore Records alla Relapse, due etichette di spessore che hanno creduto nel quartetto ottenendo buoni risultati. In questi dieci anni di carriera, appena raggiunti, gli statunitensi si sono sempre contraddistinti per una proposta mai sottotono, grazie alla quale sono diventati una certezza nell’ambito del metal estremo. Questa loro nuova fatica si può interpretare come la conferma del loro talento e la raggiunta di una posizione stabile e consapevole, punto d’arrivo della strada percorsa in questo decennio di continui miglioramenti.
I 25 minuti di questo nuovo lavoro ribadiscono la sicurezza dimostrata in passato, con la partenza firmata “Burning Myrrh” che mette subito in mostra l’aggressività che non è mai mancata in nessuna loro produzione. Difatti, le analogie rispetto agli inizi si possono notare senza grosse difficoltà, con una proposta che ha sempre bilanciato violenza e qualità, evolvendosi senza perdere l’ispirazione. C’è anche spazio per dei passaggi devoti al noise, con l’ascolto che proseguendo cambia molto, non disdegnando delle influenze che, pur essendo marginali, fanno il loro sporco lavoro. La varietà, che caratterizza l’album, si può sentire facilmente fin dai primi passaggi con “Haunted Arches” e “Thundering Hammers”; le quali mostrano rispettivamente l’aggressività nella sua versione più sregolata e in quella più ragionata, con l’obiettivo della band che rimane uno: la distruzione, immediata e totale, di tutto ciò che ci circonda. Interessante, inoltre, l’inserimento nel contesto di “Armory of Obsidian Glass”, canzone lenta e granitica che non stona nel contesto ed evidenzia il carattere multiforme del disco.
La formazione capitanata da Dylan Walker è sempre riuscita a differenziare ogni produzione in studio dalla precedente, come si può notare anche in questo caso, con un lavoro più personale e sempre vigoroso. Se il precedente Trumpeting Ecstasy aveva fatto ottima impressione e mostrato una formazione in forma, vicina a costruirsi una propria identità, questo Weeping Choir è la conferma di tali giudizi, e si può considerare come il loro definitivo salto di qualità.
(Relapse Records, 2019)
1. Burning Myrrh
2. Haunted Arches
3. Thundering Hammers
4. Rainbow Coil
5. Aria of Jeweled Tears
6. Downward
7. Armory of Obsidian Glass
8. Silmaril
9. Angels Gather Here
10. Ygramul the Many
11. Cellar of Doors