Nati nel 2000 a Colonia, i Mouth si sono subito fatti notare per il loro impressionante bagaglio tecnico e culturale che include gruppi del calibro di Yes, Genesis, Led Zeppelin, The Who, David Bowie, T.REX e per il loro stile in grado di spaziare dal prog più classico verso il glam, attraverso atmosfere e tematiche distopiche. Inevitabile quindi che il combo tedesco non passasse inosservato e venisse apprezzato, e dopo la scomparsa del bassista Gerald Kirsch nel 2018 in molti avevano avuto il timore che l’esperienza si sarebbe chiusa di li a poco.
Ci ha pensato invece la Tonzonen a far sparire dubbi e timori proponendo Past Present Future, un EP che riassume i diciotto anni di attività dei Mouth offrendo ai cosiddetti space freaks un’occasione d’oro per (ri)scoprire ed approfondire l’evoluzione di questo gruppo gruppo chiave dell’underground europeo. Sin dalla prima traccia (“Coffee”) s’intuisce chiaramente che il ritmo e i suoni selezionati per questo album, malgrado un titolo apparentemente scontato, che sa comunque quasi di commiato, è molto di più di una semplice operazione nostalgia e/o di mercato e dopo l’ascolto di “Stillsad” e “Youth” fanno sembrare addirittura riduttivo, per non dire offensivo, qualificare I Mouth semplicemente come gruppo neoprogressive.
A questo album quindi un’abbondante sufficienza, in attesa che i Mouth sfornino presto nuove produzioni inedite.
(Tonzonen Records, 2019)
1. Coffee
2. Chase’72
3. Into the light (Altenate mix)
4. Steamship Shambles
5. March of the Cyclopes (Acapella mix)
6. Stillsad (Studio recording 2002)
7. Youth (Studio recording (2001)