Dai finlandesi Convocation finora sono stati mossi unicamente due passi, uno per ogni album all’attivo, ma l’incedere dei suddetti è stato comunque inesorabile, come può esserlo quello di un titano. Difatti sebbene il sopracitato outfit funeral death doom metal veda la propria fondazione nel 2013, la prima testimonianza discografica risale al full length Scars Across (2018, Everlasting Spew Records) e si rinnova, con la stessa formula in quanto a formato discografico e label, con l’uscita di Ashes Coalesce avvenuta questo 3 luglio, in formato CD e digital (tramite Everlasting Spew Records), in formato vinile 12” dalla collaborazione di Everlasting Spew Records e Sentient Ruin Laboratories ed in formato tape attraverso Dawnbreed Records, rendendo la release altamente appetibile anche nella forma oltre che nei contenuti. Ad impreziosire ulteriormente tali formati vi è un prestigioso ed ispirato artwork, di assoluto gusto pittorico, realizzato dallo stesso LL, polistrumentista della band.
I 45:02 minuti di playing del disco sono, come adeguatamente suggerisce il genere funeral death doom metal, un excursus i cui brani si saldano indissolubili tra loro, facenti parte di un unico concept, lasciando comunque la possibilità di poter percorrere Ashes Coalesce in una maniera ciclica ed infinita, come quella di un uroboro. Gli elementi che tessono il disco vengono dispiegati senza riserve per la sua interezza, fin dall’opening track “Martyrise”, ovvero una colossale traversata di 12 minuti che procede impietosa attraverso momenti che contemplano i misteri della morte, ora con riverenza verso l’ignoto, ora con una furia gargantuesca, alternando momenti maestosamente atmosferici a sferzate di rabbia implacabile, dove le vocals di MN ricoprono coerentemente lo spettro espressivo esposto dagli strumenti, costituendo un ulteriore (fondamentale) layer di qualità, ma anche di versatilità, sfoggiando le migliori caratteristiche di growl/guttural del death metal, alternato sapientemente ad uno scream penetrante e controllato che riesce ad andare in altissimo, emulando l’urlo agghiacciante di un nazgûl nelle sezioni più enfatiche. Nella seconda traccia/tappa, “The Absence of Grief”, si riscontrano tutti i connotati del migliore funeral doom metal, che mantengono alto l’interesse non solo grazie a brillanti soluzioni armoniche, ma anche avvalendosi di un altissimo livello espressivo che quasi detta uno storytelling in cui ogni brano dell’album sembra rappresentare un capitolo di un’unica opera, ed ogni sezione all’interno dei brani rappresenta un atto, che vive in sinergia con il precedente e con il successivo, al fine di mettere in piedi un tempio del funeral dove un navata tributa i pilastri del genere quali Winter, Skepticism, diSEMBOWELMENT, Evoken ed Esoteric, e un altra navata reindirizza al panorama europeo più moderno degli Assumption e degli Ahab, dando lustro a stilemi ben riconoscibili, ma esposti con l’autenticità e la consapevolezza del corrente panorama del quale i Convocation, oggi più che mai, ne rappresentano un eccellenza. D’altro canto, seppure la discografia della band sia costituita unicamente da due release, i due membri di Convocation provengono da realtà di conclamato valore, quali Desolate Shrine per LL e Dark Buddha Rising e Waste of Space Orchestra per MN. Dunque la band finlandese gode non solo di musicisti di rinomata esperienza (peculiarmente sviluppata in un determinato frangente musicale), ma si fregia anche di una evidentissima coesione nell’invenzione compositiva, imputabile alla line-up a due elementi. Di tale connessione si caratterizza il tipo di scrittura/invenzione compositiva, che alterna con disinvoltura e pertinenza abissali sezioni funeral ad impietosi segmenti death/doom, in cui spesso vengono insinuati arpeggi e frasi dall’aspetto tetro e terrificante, lasciando in balia di un ascolto che prende fin da subito il sopravvento, piegando la volontà ed assoggettandola al proprio volere. Gli elementi che concorrono a mantenere sempre alta l’attenzione durante il disco sono molteplici: dalla complessiva qualità del songwriting, al riffing sempre efficace, arrivando anche a specifici elementi che dimostrano la versatilità creativa della band, come, uno fra tutti, l’inserimento nel brano “Misery Form” di vocals clean e melodiche che si muovono sull’alto registro, in contrasto (e supporto) alle vocals principali di scream e guttural performate da MN, che rimangono tra gli highlight del disco. Tenendo fede ad una stesura da (o alle soglie del) concept album, l’opus arriva all’ultimo capitolo con la traccia strumentale “Portal Closed” in cui, più che mai, a sostegno della monumentale stesura di chitarra e batteria vengono tessuti magistralmente pad e supporti di organo, synth, cori sintetici ed elettronica votata ad un espressione così concreta e (non banalmente) descrittiva da risiedere sulla soglia della soundtrack cinematografica, che in un eterno ritorno lega la sezione arpeggiata finale del disco a quella iniziale. Le intenzioni della band sono magnificate da un comparto tecnico/sonico di altissimo livello, che vede il polivalente LL tracciare e mixare i brani, per poi avvalersi del mastering Greg Chandler del Priory Studios, arricchendo il disco di una coesione artistica granitica e indissolubile.
Dunque con la cognizione di causa che contraddistingue due menti musicali della caratura dei membri dei Convocation, la band finlandese fa seguire alla prima ottima release Scars Across la controprova della propria assoluta validità artistica, con un full length intenso a tal punto da potervi distillare, concettualmente, un siero intossicante ed allucinante, che trasporta la mente del fruitore su un piano esistenziale permeato dalla morte, la quale viene sviscerata in tutti i suoi aspetti, fino a scrutarne la sua natura più essenziale. Nel processo astratto che esplica tale concetto, Ashes Coalesce propone una commistione magistrale dei migliori stilemi del (funeral) death doom metal, scolpendo una torre di ossidiana in cui ogni elemento compositivo concorre a favore di una solidità strutturale imperturbabile, nonché di un valore espressivo profondo ed autentico, candidando la seconda release del duo finlandese Convocation, fin da adesso, tra le migliori release del 2020 dell’intero panorama doom metal.
(Everlasting Spew Records, Sentient Ruin Laboratories, Dawnbreed Records, 2020)
1. Martyrise
2. The Absence of Grief
3. Misery Form
4. Portal Closed