A distanza di tre anni dal precedente, ben accolto, full length Serpentine (Naturmacht Productions, 2017), e a due dallo split con i Bâ’a ed i Verfallen, il trio black metal francese Hyrgal arriva al secondo full length (quarta release in totale) con Fin de Règne, ovvero il risultato di un’interpretazione personale del suddetto segmento musicale, che si muove sempre sulla soglia di sviluppi atmospheric black metal e perfino su dei momenti black doom metal, senza mai però attestarsi né da una parte né dall’altra, in favore di un espressione autentica, ora oscura e meditabonda, ora furiosa e travolgente. L’album è uscito tramite la label francese Les Acteurs de l’Ombre Productions il 4 dicembre 2020 nei formati LP e digital/CD digipak, entrambi splendidamente curati da Le Chien Noire e Guillaume Tocco, oltre che dal bassista della band Alexis Chiambretto, con una veste grafica minimale, basata su intrecci e sovrapposizioni di architetture antiche.
I circa 40 minuti di Fin de Règne aprono il sipario con “Colère Noire” senza alcuna riluttanza, presentando da subito le caratteristiche peculiari della band, quali un black metal risoluto, contemporaneo e che sa alternare con naturalezza sezioni serrate a segmenti dilatati, dimostrando come il trio di Bordeaux riesca a padroneggiare un songwriting dinamico, anche a fronte degli elementi essenziali che lo compongono. Questo secondo album difatti si caratterizza di una sinergia tra le cifre stilistiche tipiche della modernità del genere (che imperversano da più di cinque anni a questa parte, sugli echi dei Mgła), le suggestioni melodiche ed evocative di pilastri dell’atmospheric black metal – francese – come Regarde Les Hommes Tomber o i colleghi di label In Cauda Venenum, oppure, oltre i confini francesi, come i lituani Au-Dessus o i belgi Wiegedood, inserendo nell’equazione, tra l’altro, delle rarefazioni dal tipico gusto black doom metal, miscelando così una formula di rara, intensa ed autentica originalità. Tale mix è supportato dalle vocals, in francese, di Clément Flandrois (in forze anche negli Svart Crown), mastermind della band, nonché attualmente unico membrorimasto nell’organico del trio, difatti, gli Hyrgal emanano una vera e propria riforma della band con Fin de Règne, sia in termini di line-up ma anche in termini stilistici, mettendo insieme quella che finora è la release più autentica e matura della propria discografia (inaugurata nel 2008 con uno split con i Kairn). Bisogna quindi considerare il suddetto full length come un ritorno veramente coraggioso da parte della band francese, che ha visto nella sua cronologia alti e bassi in termini di formazione, addirittura andando incontro ad uno iato iniziato nel 2010 e durato sei anni, dopo i quali Flandrois ha fatto risorgere gli Hyrgal dalle proprie ceneri con l’album Serpentine. La vera magnificazione degli intenti della band risiede però, appunto, nel nuovo corso intrapreso con Fin de Règne, che pure nella sua natura eclettica non pecca di pretenziosità, piuttosto si serve di un’espressione peculiare, riscontrata in ogni elemento in gioco: dalle vocals urlate, volutamente rozze e viscerali (talvolta sugli echi della tecnica vocale di Abbath negli Immortal), che esibiscono una reinterpretazione personale del canonico scream del black metal, al riffwriting di altissimo livello, che sa essere intricato ed abbondante, anche nelle lead, e che risulta sempre motivato da una forte ragion d’essere espressiva. Il suddetto oltretutto proprio nelle frasi più melodiche rispecchia un gusto del black metal tipicamente francese, che vuole una spiccata liricità chitarristica, che rende le linee cantabili, come a volere adempiere ad un compito melodico da cui le vocals, dall’altro canto, si distaccano, creando così un contrasto/accordo ben riconoscibile tra quest’ultimi due elementi. Solamente nel terzo brano “Ennemi(e)s”, a cavallo tra la prima e la seconda metà del disco, viene rivelata la natura più vicina (ma non strettamente legata) all’atmospheric black metal, presentando, nella seconda metà del brano, una sezione dilatata e dalla dinamica lieve che, presentandosi dopo diversi minuti di tremolo picking e blast beat implacabile, sussurra delle suggestioni nebbiose, sorrette da un ispirato arpeggio meditabondo, se non poi riprendere la stessa melodia con il furore precedentemente esposto: questa soluzione non solo tesse una dinamica ed un songwriting che mantiene alta l’attenzione (senza risultare altrimenti ripetitiva), ma strizza l’occhio ad un post-black metal che, seppure non si rincontri in Fin de Règne come uno dei pilastri portanti del disco, è comunque presente nella misura di una suggestione che di tanto intanto fa capolino con certe soluzioni veramente moderne e contaminate. Oltre la sua metà, il disco procede fino all’epilogo come descritto, se non spingendosi particolarmente sulle sponde del doom nell’intermezzo “Sépulcre”, in cui gli elementi principali sono i pad di archi, i synth ed un drumming minimale (ai limiti del funeral doom), che sorreggono l’ostinato di basso e chitarra, ma soprattutto (fulcro del brano) l’emozionante esecuzione vocale che si muove tra parti recitate, urla, versi e singhiozzi. Questo brano, nella sua singolarità, è di fondamentale importanza per capire quanto il black metal degli Hyrgal non sia motivato da una scelta estetica fine a sé stessa, piuttosto trovi la sua ragion d’essere nell’espressione e nell’esigenza artistica autentica (che viene quindi concretizzata nella suddetta interpretazione del black metal, non viceversa).
Il comparto tecnico del disco è di alto livello, adeguatamente alla musica, e sa dare risalto ad ogni elemento presente, fino ai fondamentali dettagli di synth/pad e di sezioni di chitarra copiosamente processata, che sovente supportano gli elementi compositivi principali. Qui la tecnica sa venire adeguatamente incontro all’espressione della band, sia nei suoi momenti furiosi che in quelli più atmosferici. L’intera produzione è stata realizzata allo Studio du Penitent da Tryf, e dagli stessi membri Nicolas Muller, Clément Flandrois e Alexis Chiambretto.
Dunque Fin de Règne è il full length di ritorno che ogni band vorrebbe, specialmente dopo gli alti e bassi che la formazione francese ha dovuto affrontare nel corso degli anni. Quella degli Hyrgal infatti è una dichiarazione d’intenti chiara, esposta con un disco unico nel suo genere per autenticità e ragion d’essere. In un gioco di contrasti ed accordi, lo stile eclettico della band di Bordeaux si ritaglia il suo spazio nel black metal contemporaneo con decisione ed a modo proprio esibendo magistralmente come, in circa 40 minuti, si possano racchiudere questa e quella suggestione, in maniera eterogenea ma senza divagazioni ed elucubrazioni superflue, gravitando sempre attorno ad un unico fulcro di solida e sincera espressione.
(Les Acteurs de l’Ombre Productions, 2020)
1. Colère noire
2. Malthusien
3. Ennemi(e)s
4. Sépulcre
5. Glyphe de sang
6. Héritier mort-né
7. Triste Sire