Arriva a fine febbraio il terzo full length degli Age of Woe intitolato Envenom e prodotto dalla Lifeforce, storica label tedesca. La band, divisa fra Svezia, Germania e Finlandia, propone un riuscito incontro di sonorità cupe e granitiche, facendo compenetrare suoni e idee che toccano dal death metal al doom, fino a parti crude ed abissali tipiche del blackenend punk.
L’attesa per gustarsi le undici tracce dell’album richiede all’ascoltatore meno di un minuto di introduzione in crescendo per entrare nello scenario disegnato in musica dalla band. Batteria semplice e serrata che, con la prima traccia “Inferno”, saprà incastrarsi, anche in modo articolato, con un susseguirsi di chitarre dilanianti nei suoni, lasciando spazio ad un basso distorto che emerge dal muro di suono che si è voluto creare.
A tratti Mark Greenway a tratti Jan-Chris DeKoeyer, da Napalm Death e Gorefest, la voce maturata in questi undici anni dal primo EP della band, richiama i due pilastri per le voci estreme europee. Allo stesso tempo però si denota personalità in una timbrica ben contestualizzata nel genere, senza uscire dal confine che richiede una musica pur sempre estremissima. Ad aiutare l’ascolto c’è un alternarsi di pezzi da lenti a veloci, come il singolo “A Feral Swarm”. Il tutto viene ammortizzato da interludi strumentali che invocano una quiete quasi dissonante con il resto delle tracce ma dopo averli ascoltati trasmettono l’idea della nota giusta al momento giusto.
Insomma, se il 2020 ci ha donato un carico di paure e smarrimento, l’album proposto dai cinque non vuole di certo essere da meno, ma inietta anche una dose di grinta e attitudine necessaria, che fa ben sperare per la vita musicale di chi persiste nella scena.
(Lifeforce Records, 2021)
1. Inferno
2. Ghosts Who Hunt Alone
3. Förpestningen
4. Patriarch
5. A Feral Swarm
6. Avgrunded
7. The Twilight and the Dawn
8. Storm
9. Förbittringen
10. Envenom
11. Liungeld