In uscita il 30 luglio per la proficua Avantgarde Music, Cascades è il nuovo capitolo della carriera degli Ulvik dopo il doppio album Volume One & Two (2019) e Isolation Motifs, ma si può ritenere come una sorta di debutto mascherato per la band, visti i cambiamenti nella proposta. Laddove negli appena citati lavori parte dell’attenzione viene convogliata verso elementi post-rock/ambient (nel primo caso) e folk (nel secondo), la componente black metal in questo nuovo inizio non si limita a delle sporadiche apparizioni, e lo stile abbracciato è profetizzabile già da titolo e provenienza della formazione (Vancouver, costa ovest del Canada). Si tratta di una proposta molto più diretta, che prende a piene mani da quanto offerto non molti chilometri più a sud dai vari Addaura, Alda e naturalmente Wolves in the Throne Room, tutti originari dallo stato di Washington, ma anche dai connazionali Skagos, quindi dalla corrente del cascadian black metal.
Seguendo pienamente il percorso delle band appena citate l’ascolto inizia con “Baaltis” e “Nokhur”, e oltre alla ruvidezza si nota uno scossone tra le due composizioni. Inizialmente le sensazioni sono evocative per quanto le scelte musicali possano essere basilari; tra settori irrequieti, intermezzi in pulito e passaggi in midtempo ci si avvicina al secondo pezzo citato, che parte subito con l’acceleratore. Ma guardando oltre all’approccio più aggressivo si nota ciò che caratterizza davvero la traccia, ovvero la coesistenza del cantato dei due membri della formazione, che si dividono tra growl e scream. La ricerca sonora degli Ulvik sicuramente ne giova da questo sincronismo, che unito alle melodie di chitarra si dimostra l’elemento che più cattura l’attenzione. Per il resto, Cascades vive un po’ troppo di luci e ombre, con i settori più flemmatici che non proseguono sullo stesso livello del buon alternarsi di riff più sfacciati. Si hanno così interruzioni del flusso abbastanza brusche, che al posto di fare da collante tra due diverse parti vanno a separarle. L’estro creativo dei Nostri torna a venir premiato nella lunga “Allmächtiger Gott! Lössch’ Aus”, brano che si discosta dai precedenti preferendo un approccio più ricercato, con elementi post-metal e una sensazione a metà tra l’onirico e la staticità che incuriosisce molto. Da notare l’utilizzo di strumenti atipici come il bouzouki, che fa da ponte con la successiva e conclusiva “Salt of the Earth”, in cui risaltano buoni spunti e sentori decadenti sempre legati al lato melodico del pezzo.
Tirando le somme, Cascades è un album valido ed è di buone speranze il passo in avanti effettuato rispetto agli esordi. La strada da fare è ancora molta per gli Ulvik al fine di crescere nella scena black metal, ma ora che hanno delineato le caratteristiche del loro sound si sono orientati nella direzione più funzionale per la propria carriera. Il disco ha qualche piccola pecca, passaggi suddetti che ne arginano le potenzialità, ma con i giusti accorgimenti i miglioramenti possono essere degni di nota, partendo specialmente dai due brani in chiusura, il giusto connubio tra essenzialità e inventiva.
(Avantgarde Music, 2021)
1. Baaltis
2. Nokhur
3. Huis Clos
4. Allmächtiger Gott! Lössch’ Aus
5. Salt of the Earth6.5