Sale il magone a vedere come l’ultimo live report pubblicato su GOTR (escludendo i concerti in streaming degli Obituary) risalga al 3 marzo 2020. Conosciamo tutti fin troppo bene le difficoltà che hanno accompagnato ogni giornata da quei giorni in poi, così come la carenza di concerti che regna da un anno e mezzo a questa parte. Tra i locali che hanno sempre creduto nella musica dal vivo, proponendo un buon programma anche nei periodi in cui regnavano le insicurezze legate a restrizioni mutevoli, il The Factory di San Martino Buon Albergo (VR) è stato una costante, e gli organizzatori non si sono fatti abbattere dalle immense complicazioni che hanno dovuto gestire da subito dopo l’inaugurazione della nuova sede. Eccoci, quindi, a parlare di un altro evento del locale scaligero, che attira l’attenzione per la presenza di due band tra le più note in Italia se si guarda al death metal con un’attitudine costantemente fuori dagli schemi: Nero di Marte e Ad Nauseam.
Innanzitutto, c’è da spendere qualche parola su come il livello del locale sia cresciuto con questa nuova sede; la platea è spaziosa e ben trattata acusticamente, il palco ampio e anche l’organizzazione risulta ottimale per tutta la serata. Contesto che è un altro valore aggiunto di un evento aperto dai Crowdead, formazione attiva dal 2017 che ha debuttato nel 2020 con Malphas, disco che è composto da una mezz’ora di sfuriate groove/death metal. Tra riff coinvolgenti e breakdown l’impatto dei pezzi dal vivo non dispiace ed è funzionale per scaldare un po’ il discreto pubblico, pur non essendo particolarmente in linea con lo stile dei due gruppi che calcheranno il palco in seguito. La band per l’occasione dimostra la solida resa dei pezzi col nuovo cantante Roberto Renoffio, entrato nella line-up in primavera e non presente sul suddetto disco, e una buona coesione sul palco. Lo show è piacevole, musicalmente parlando ci sono buoni spunti nei pezzi proposti, alternati ad altri settori ancora acerbi, ma la predisposizione c’è, e la serata inizia già col piede giusto.
Arriva il momento degli Ad Nauseam e la curiosità sale in maniera esponenziale. Vedere la band di Schio dal vivo è un’occasione unica, visti i pochi concerti che hanno fatto in passato, e dopo aver rilasciato un lavoro mastodontico come Imperative Imperceptible Impulse i Nostri hanno lasciato un’impronta chiarissima nella scena internazionale. Non che il precedente Nihil Quam Vacuitas Ordinatum Est meritasse poco, ma con il loro secondo album i quattro veneti hanno conseguito una crescita imponente che li ha portati sotto i riflettori, in relazione con le loro capacità fuori dall’ordinario. Proprio Imperative Imperceptible Impulse è il fulcro dell’attenzione durante l’esibizione, con i pezzi estratti da esso che vengono proposti accompagnati da un silenzio religioso, necessario per godere dei virtuosismi dei quattro musicisti. Doti tecniche davvero assurde, che confluiscono in un technical death metal caratterizzato dal continuo flusso di influenze negli arrangiamenti sia col jazz che velatamente con la musica d’avanguardia. Impressionante vedere la fedeltà nel rendimento dal vivo, ogni nota è al suo posto e quasi ci si dimentica dell’effettiva complessità delle composizioni. La musica dei veneti non è certamente la più facilmente fruibile, ma per chi ha un orecchio allenato o comunque predisposto a una certa ricerca sonora virtuosa, a tratti quasi indecifrabile, è pura goduria musicale. La possibilità di assistere a un’esibizione degli Ad Nauseam non è passata nemmeno in sordina visto che, nel mentre, il The Factory si è praticamente riempito nei posti disponibili.
Un’altra formazione fondamentale per la scena metal italiana dell’ultimo decennio sono i Nero di Marte. Dopo l’esplosione nel giro del biennio 2013-2014, con i primi due album pubblicati in rapida successione, la formazione prima bolognese e ora romana ha fatto un ulteriore passo in avanti con l’ultimo Immoto, che gli ha permesso di evolvere il proprio stile, un connubio unico di svariati generi, dal post al death metal, con molto progressive nelle trame strumentali e vocali dei pezzi. I brani proposti risalgono alla suddetta ultima fatica e a Derivae, secondo disco che ha lasciato decisamente il segno nella loro carriera, e pur essendo stati tutti registrati con due dei quattro membri diversi rispetto agli attuali, l’interpretazione non delude. Un altro aspetto di spiccato interesse dell’esibizione è appunto la performance della nuova formazione, cambiata da pochi mesi con l’ingresso di Giorgio Talacimanno al basso e Alessio Cattaneo alla chitarra, due musicisti esperti la cui personalità ben si lega con il carattere delle canzoni. Coinvolgendo e convincendo sempre di più i Nostri arrivano a chiudere la serata con “Sisyphos” e l’immancabile “L’eclisse”, due dei pezzi più rappresentativi della loro carriera. Il pubblico non può che essere soddisfatto da quanto assistito, in una serata dall’atmosfera piacevole anche al di fuori della musica, ospitata in un ottimo locale e resa ancora migliore dalla buona affluenza. Dopo tutti i mesi di difficoltà che abbiamo vissuto e che, purtroppo, non ci siamo ancora lasciati del tutto alle spalle, serate del genere sono una boccata d’aria, e chi le rende possibili si merita sentiti ringraziamenti e complimenti.