A cinque anni di distanza dal debutto con Odori Sepulcrorum i Grave Miasma tornano, con calma, alla ribalta con questo nuovo Abyss Of Wrathful Deities. Il trio inglese preferisce ragionare sulla propria proposta anziché pubblicare album a ripetizione. Per chi non li conoscesse, i Nostri sono dediti alla forma più oscura e misteriosa del death metal. Questo nuovo lavoro è composto da nove brani dalla durata media di circa 6 minuti, ma nonostante la lunghezza questi risultano ben congegnati e scorrevoli.
Il lavoro precedente ci ha lasciati con la voglia di ascoltare più brani della band ed eccoci accontentati con questo mostro della durata di 52 minuti. Ascoltando questo Abyss Of Wrathful Deities pare di essere partecipi ad un rito mistico grazie alle chitarre sulfuree e alle melodie a dir poco ancestrali. Prendiamo ad esempio il secondo brano, “Rogyapa” (parola che si riferisce ad una figura tibetana che prepara i cadaveri alla sepoltura), oltre ad essere il singolo di lancio, è anche l’esempio di cosa intendo per death metal mistico, anzi quasi tribale. Molto particolare la scelta di cantare in ebraico e non risulta affatto stucchevole, anzi carica ancora di più l’atmosfera nebbiosa e opaca dei Grave Miasma. I Nostri in ogni caso sanno anche picchiare pesantemente e la voce di Y è semplicemente cavernosa e graffiante e a volte quasi al limite del black metal. Altra particolarità del trio è l’utilizzo di strumenti inusuali nel metal come il sitar e il saz, e spesso ne sono protagonisti come nella traccia “Kingdom Beyond Kallash”.
Sostanzialmente questo Abyss… è un buonissimo lavoro condito da una produzione più pulita rispetto al passato, anche se a volte fa perdere un po’ di cattiveria e marciume, ma ben si sposa al sound della band. Un disco evocativo e interessante, insomma: da ascoltare.
(Dark Descent Records, 2021)
1. Guardians Of Death
2. Rogyapa
3. Ancestral Waters
4. Erudite Decomposition
5. Under The Megalith
6. Demons Of The Sand
7. Interlude
8. Exhumation Rites
9. Kingdom Beyond Kallash