Sedersi alla scrivania e parlare dei Cynic ad un anno quasi esatto dalla morte di Sean Malone è abbastanza intenso, ma in seguito al post di Paul Masvidal in cui dedica Ascension Codes ai due ex compagni di band scomparsi negli ultimi due anni, tutto prende senso e la penna scorre più fluida. Il groppo in gola c’è, ma si è allentato quel po’ che basta a rendere il parere più oggettivo.
Prima di buttarmi a capofitto nei pareri più specifici, vorrei partire dalla considerazione che avrei tenuto per la fine dell’articolo, se solo non fosse così determinante. Ascension Codes è un disco estremamente musicale, più denso e coeso di quanto i Cynic abbiano mai fatto (sicuramente in tempi recenti), sembra quasi che Paul Masvidal rimasto solo, abbia creato qualcosa che si ricongiunga all’idea di “band” più di quanto abbia mai fatto insieme a quelle menti eccelse di Sean Malone e Sean Reinert (possano riposare in pace ovunque essi si trovino). Arrangiamenti e composizione sono molto più legati fra loro e armoniosi, a tratti l’intensità è quasi anomala per ciò che i Nostri hanno sempre delicatamente donato ai propri ascoltatori, l’impeto e stratificazione con cui alcuni brani colpiscono sono un sound nuovo per la band americana. La produzione un po’ più moderna e stereotipata, insieme a suoni meno “classici” a cui eravamo abituati, rafforzano il concetto di disco nato per esser ascoltato in un contesto attuale, adeguandosi in un certo modo ad un gusto e perchè no, un mercato, che a volte fatica a farsi andare bene delle scelte molto personali da parte della band e dei musicisti.
Scendendo un po’ più nel dettaglio, trovo questo album un concept molto curato, in cui si ha la sensazione molto netta e definita di affrontare un viaggio spirituale e dimensionale, un percorso che progredisce in modo palpabile e coinvolge emotivamente e musicalmente con il suo incedere. E’ anche vero che in alcuni punti le sessioni ambient risultano un po’ forti e a tratti inquietanti, ma alla fine chi sono io per vietare qualcosa a quel genio di Masvidal? E’ giusto che comunichi a modo suo con la sua razza d’appartenenza ( e si, mi riferisco a quella aliena). Alla fine tutto questo svarionare, viaggiare nello spazio e osare culmina in pezzi organici, di cuore ed emozionalmente densi come “Diamond Light Body”, che mettono veramente in risalto il concetto di “più band di quanto siano mai stati” di cui parlavo all’inizio.
Ascension Codes dimostra ancora una volta il talento e le mille sfaccettature della mente di Paul Masvidal, che in questo dolorosissimo capitolo della storia dei Cynic si avvale dell’aiuto di molti artisti più o meno noti, fra i quali spicca enormemente Plini, quasi a chiudere un cerchio fatto di ispirazione, filosofia e stima, in quanto ho sempre trovato evidente e determinante il ruolo che questa band ha avuto nella formazione del talentuosissimo chitarrista australiano. Paul Masvidal ha messo anima e cuore in questo album, e si percepisce perfettamente. Release imprescindibile, se non volete privarvi di andare a fondo nelle emozioni e nel vissuto che si porta dentro questo disco.
(Season Of Mist, 2021)
1. Mu-54
2. The Winged Ones
3. A’-Va432
4. Elements And Their Inhabitants
5. Ha-144
6. Mythical Serpents
7. Sha48*
8. 6Tth Dimensional Archetype
9. DNA Activation Template
10. Shar-216
11. Architects Of Consciousness
12. DA’z-a86.4
13. Aurora
14 DU-*61.714285
15. In A Multivere Where Atoms Sing
16. A’Jha
17. Diamonds Light Body
18. Ec-Ka72