Dal sud-est asiatico arrivano i Mothflesh, trio groove metal con influenze death molto caciarone e che non disdegna mostrare i muscoli ai propri ascoltatori. Arrivano proprio negli ultimi giorni del 2021 con questa proposta molto interessante. Questo gruppo malese infatti ha immaginato di trovarsi ad un passo dall’apocalisse con questo Machine Eater, album di ben dieci tracce impregnate di violenza becera dove è difficile non scapocciare selvaggiamente.
“Dogmacore” ci dà il benvenuto con il loro suono monolitico che ha anche una certa attitudine di hardcore moderno. Breakdown chirurgici, batteria pompatissima e, neanche a dirlo, chitarre ribassate e pesantissime. Il basso ha un ruolo importante, sorregge tutto il disco e si sente eccome, e anche la tecnica è molto buona. Andando avanti nell’ascolto: “The Lotus Denial”, oltre ad essere il singolo principale, è anche il brano più intricato. Cantato pulito e sporco si sovrappongono molto bene creando effetti sognatori e allo stesso tempo disturbanti. In alcuni frangenti ricorda molto l’ottimo Blythe dei Lamb Of God. Interessanti inserti elettronici sono inseriti in “Cyberpsycho”, pezzo frenetico che a volte mi ricorda i Fear Factory. Apprezzo molto il fatto che la produzione sia curatissima e cristallina, si riesce a cogliere ogni sfumatura di violenza proposta dai Mothflesh.
Che dire di questo Machine Eater? Sicuramente un buon disco che può intrattenere, anche grazie alle varie somiglianze con i gruppi che ho citato nella parte precedente. Magari non è presente il pezzo da novanta, ma sicuramente è piacevole. Bello scoprire band dall’altra parte del mondo e che sfornano dischi metal di ottima qualità.
(Believe Music, 2021)
01. Dogmacore
02. Hexburn Ω
03. Reconstructing Fire
04. The Lotus Denial
05. Myriagon
06. Cyberpsycho
07. Knife in the Back
08. Chaos Intervals
09. Theory of Mind
10. Void Edge