Dopo due anni di continue difficoltà a livello organizzativo, con rinvii e cancellazioni continue, in queste settimane i primi tour stanno tornando a svolgersi regolarmente, concludendo attese che sembravano infinite. Un evento di rilievo in questo contesto è stato il ritorno in Italia dei Celeste, accompagnati dai Conjurer, per la penultima data del loro tour europeo durato per ben un mese. Un concerto all’insegna dello sludge più energico che si è tenuta allo Slaughter Club di Paderno Dugnano (MI).
Nessun opener per la serata, tutte le attenzioni sono sulle suddette formazioni per una serata che inizia in maniera molto decisa. I Conjurer salgono sul palco presentando prima di ogni cosa due canzoni nuove, una è “It Dwells”, rilasciata recentemente, mentre la seconda è ancora da pubblicare ed entrambe verosimilmente faranno parte del loro nuovo album, in uscita a luglio per Nuclear Blast Records. L’impatto è forte e i riff coinvolgenti, lo stile della band inglese in sede live trova chiaramente modo per esprimersi al meglio e scaricare tutta l’adrenalina delle composizioni, con i diversi breakdown che fanno il loro sporco lavoro. Esclusa la parentesi in apertura con un occhio rivolto verso il futuro, per la successiva mezz’ora gran parte delle attenzioni vengono rivolte ai brani estratti da Mire, debutto 2018 che fin da subito ha fatto parlare molto del gruppo. La resa dei pezzi è solida e viscerale, spazia con consapevolezza tra sludge, post e suggestioni hardcore/metalcore, mentre i quattro membri del gruppo dimostrano di saper tenere il palco, regalando in apertura di serata una performance che apre le danze al meglio per la successiva offensiva dei Celeste e certifica il potenziale dei Nostri.
I Celeste non hanno bisogno di molte presentazioni, nel panorama black/sludge la loro posizione è sempre più solida e con il sesto album Assassine(s), uscito a inizio anno anch’esso per Nuclear Blast come il prossimo dei Conjurer, hanno continuato ad attestare il loro valore e un’identità rimasta immutata in tutti questi anni. Un sound senza particolare varietà il loro, che dai debutti si è continuato a muovere seguendo le stesse orme, proponendo monoliti taglienti e feroci, che dal vivo non perdono il mordente. Il concerto si è concentrato principalmente sulla promozione dell’ultimo album, con spazio esiguo riservato ai precedenti lavori, per un set di tre quarti d’ora da vivere tutto d’un fiato. Come di consueto per la formazione francese, oltre all’aspetto prettamente musicale i loro concerti sono anche unici dal punto di vista visivo, con le usuali torce frontali indossate dai membri a essere tra le poche fonti di luce per tutto il set, oltre all’utilizzo a intermittenza delle luci del locale. Impatto visivo sempre peculiare e brani che riprendono le atmosfere dense e decadenti delle versioni in studio, il loro è un concerto di indiscusso valore che dura fin troppo poco. Il tempo passato dai quattro francesi sul palco è volato e senza nemmeno rendersene conto si è arrivati alla fine dell’evento, con un velato dispiacere anche per la mancanza di un encore per concludere definitivamente il tutto. Sorvolando questo aspetto, ben poco da dire sulla qualità della serata, con la doppietta formata da Celeste e Conjurer che ha avvolto lo Slaughter Club nell’oscurità.