Derelict entra a gamba testa direttamente sulle gengive dell’ascoltatore, senza chiedere permesso, senza nessun annuncio e, soprattutto, senza compromessi. Ho messo su per la prima volta il nuovo lavoro dei The Nika Riots per decidere se portarlo assieme a me per un po’ di tempo e scrivere questa recensione oppure no e il risultato è stato che l’ho ascoltato tre volte di fila senza prendere fiato tra un giro e l’altro. Dopodiché è diventata la colonna sonora fissa delle settimane successive, in quel piacevole mix di hardcore e melodie cantabili in cui ho sguazzato, immerso fino al collo, felice nel naufragio tra i derelitti.
La prima cosa che mi ha colpito è stata la produzione assolutamente impeccabile sotto tutti i punti di vista, un suono compatto ed enorme in cui tutto emerge e si sente al meglio. Partendo “da dietro” la batteria è un colosso su cui poggia il resto della strumentazione, dal basso tanto tagliente quanto ciccione alle chitarre che sono autentici rasoi letali, ma abbelliti di un’enormità marmorea. Questo tripudio di perfezione estetica poggia su una solidissima base etica fatta di composizione e arrangiamenti; il lavoro del quintetto norvegese è svolto con una cura incredibilmente rara e riuscita. Ogni canzone dell’album suona completa e strutturata nella forma, dimostrando idee nella composizione decisamente solide e chiare; su questa base cementale si erge un lavoro di arrangiamenti e strutturazione definitiva del disco maniacale e millimetrica che rende il prodotto finito una perla di rara pulizia formale e strutturale.
Al di là delle preferenze di genere, possiamo definire due grandi sottogeneri di musica: la musica suonata bene e quella suonata meno bene (o, in alcuni casi, male). Derelict rientra a pieni voti nell’olimpo della musica suonata davvero molto bene; senza fare tanti giri di parole, è un disco al limite della perfezione formale e strutturale che, mentre urla strepitante dagli altoparlanti, trasmette quella sensazione di assistere a qualcosa di equilibrato. La tracklist è ricca, senza risultare eccessiva; le undici canzoni scorrono una dopo l’altra senza mai incontrare un momento di fiacca o qualche soluzione ridondante superflua. Ogni pezzo ha una sua precisa identità, una sua storia da storia da raccontare, mantenendo un’omogeneità nella struttura complessiva. Nel complesso Derelict rappresenta un ottimo album d’esordio, a cinque anni dal primo EP Set Fire, che vale la pena ascoltare più di una volta.
(Mas-Kina Recordings, 2022)
1. Dereliction Beat
2. Inertia
3. Perseverance
4. Homage To The Mute
5. NikaNikaNika
6. Like Swans
7. Crime Tapes and Weltschmerz
8. Above the Law
9. Shake Colosseum
10. Become the Hammer
11. I Buried Someone Yesterday